Contro Monteroni ha giocato la sua partita perfetta, contribuendo in maniera decisiva, con punti e tanta grinta, alla vittoria della BCC Generazione Vincente Vasto Basket nella prima giornata di ritorno del campionato di serie B. Andrea Casettari, pivot classe 1985, alla sua prima stagione in biancorosso, indica la via che lui e i suoi compagni dovranno seguire per cercare di centrare l’obiettivo salvezza.
Ad inizio stagione coach Luise spiegava come per te fosse importante prendere le misure alla categoria. La prestazione super di 10 giorni fa è il segnale che il periodo di ‘adattamento’ è finito?
Forse ci ho messo un po’ troppo tempo ad ambientarmi, però ultimamente ci stiamo allenando davvero bene e anch’io inizio a entrare nei ritmi che da qualche mese a questa parte abbiamo adottato tutti. Giochiamo con un ritmo scattante, molto veloce, c’è tanto da correre. Dopo la disfatta di Campli ho ripreso ad andare in crescita. Contro Monteroni ho preso subito fiducia e sono andato avanti così.
Nell’ultima partita hai segnato tanto (23 punti, con l’82% da due) ma anche dato una grande mano in difesa. È un po’ quello che si chiede al pivot, dare sostanza sottocanestro ma anche essere presente dietro, anche prendendo e dando botte.
Alla fine il mio ruolo è di marcare quelli più grossi, che fanno girare l’altra squadra. Conto Monteroni siamo stati tutti molto presenti in difesa. Io dovevo marcare uno come Mocavero, ho provato a limitarlo e in parte ci sono riuscito anche se ha fatto comunque la sua partita, è un giocatore che tutti conosciamo ed è sempre pericoloso. Mi piace ad avere degli avversari che reggono la botta come faccio io e non si lamentano. Il ruolo è questo e, nel rispetto delle regole del gioco e del fair play, le prendi e le dai.
Se, come hai ricordato, a Campli avete toccato il fondo, ora, con qualche risultato positivo, iniziate a rivedere la luce?
Diciamo che lì c’è stata la sveglia generale perchè non si potevano adottare quei ritmi. Piano piano il gioco sta arrivando, tutti abbiamo delle buone mani e dei tiri durante la partita. Siamo una squadra che di punti ne avrebbe, bisogna trovarli nel ritmo del gioco facendo girare la palla e metterla dentro, a chiunque capiti.
Guardando ancora all’ultima sfida contro Monteroni, tutti i giocatori hanno avuto dei buoni rendimenti. Forse non era mai capitato che giocaste bene tutti contemporaneamente.
La chiave giusta è questa. Tanto ritmo e il necessario apporto di tutti perchè la squadra non dipende solo da 1-2 giocatori. Chi più,chi meno, ognuno deve mettere il suo mattoncino per arrivare a quel gioco che ci fa andare avanti. Più il nostro gioco sarà veloce e scattante e più sarà redditizio. In maniera lenta e compassata non si combina molto.
È iniziata una seconda parte di stagione che sarà certamente da vivere ad alta intensità, tra obiettivi personali e di squadra.
Si parte sempre dagli allenamenti, come dovrebbe essere in tutte le categorie. Devi allenarti tanto e poi, anche se in partita le cose non vanno come sperato, non ti devi abbattere. Invece in alcune partite della stagione avevo perso un po’ il morale, era troppo basso. E quando è così anche la cattiveria agonistica veniva a mancare. Quella è fondamentale, poi tiro, precisione, movimenti, sono cose che si allenano. L’obiettivo della squadra è certamente di lasciare l’ultima posizione. Dovremo passare per campi difficili, verranno qui a Vasto le prime della classe. Dobbiamo cercare di giocare bene, anche fuori. Spesso abbiamo giocato bene, come a Bisceglie, ma siamo “mancati” per dei minuti e abbiamo perso punti importanti. Se fossimo stati più costanti il nostro campionato avrebbe potuto dire tante altre cose.
Sei tra gli elementi di esperienza della squadra. Insieme agli altri compagni più grandi hai un po’ il compito di guidare i giovani?
Paradossalmente i più giovani hanno più anni di gioco di me visto che ho iniziato a 18-19 anni quindi non ho fatto il settore giovanile, dove c’è il vero apprendimento della pallacanestro. Però devo dire che ascoltano quelli “più anziani”, se ci vogliamo chiamare così, e rispettano quello che diciamo. Come è nella vita così è nello sport.
Manca ancora la prima vittoria in trasferta. Senigallia potrebbe essere la volta buona?
Noi ci proviamo sempre. Quando partiamo il pensiero è sempre di tornare su quel maledetto pulman con la vittoria. Tante volte, invece, siamo risaliti ripensando ad attimi della partita e portando con noi i rimpianti, di un passaggio, di una palla persa. Speriamo che sia davvero la volta buona, sappiamo di potercela giocare alla pari. Dobbiamo solo continuare a lottare e andare lì per cercare la vittoria.