Era il 2 dicembre 2015 quando una 46enne operaia rumena residente da anni a Casalbordino, giunse in gravissime condizioni presso l’ospedale di Vasto, con un trauma cranico, una frattura dell’osso occipitale e diversi focolai emorragici. Ad avvertire i soccorsi era stato il compagno, un agricoltore rumeno di 50 anni domiciliato con la donna in una frazione di Casalbordino, il quale aveva raccontato di averla rinvenuta sul letto in quelle condizioni al ritorno a casa dai campi. Per la gravità delle lesioni, la donna era stata poi immediatamente trasferita in prognosi riservata presso l’Ospedale di L’Aquila dove ha lottato tra la vita e la morte per alcune settimane.
Fortunatamente, superata la fase critica e riprese le forze, la vittima ha trovato il coraggio di raccontare ai militari del Comando Stazione Carabinieri di Casalbordino la verità su quanto accaduto, una verità fatta di continui maltrattamenti subiti dal compagno nell’ultimo anno, culminati con il violento litigio scoppiato per futili motivi proprio quel 2 dicembre, quando l’uomo, afferrandola violentemente per un braccio, l’aveva letteralmente catapultata contro la testata in legno del letto coniugale, provocandole gravi lesioni.
Gli accertamenti compiuti dai militari della Stazione di Casalbordino, in particolare i sopralluoghi nell’abitazione, la raccolta di testimonianze ed i numerosi riscontri oggettivi, hanno consentito al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vasto, il dottor Giampiero Di Florio, titolare del procedimento penale, di richiedere al gip la misura cautelare della custodia in carcere, concessa ed eseguita, appunto, questa mattina. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato condotto nel carcere di Vasto.