È la green economy “l’unica strada in grado di dare un futuro dignitoso all’Abruzzo, terra dalle grandi promesse ancora non mantenute“. Il Wwf Abruzzo rilancia con forza la necessità di procedere all’istituzione del Parco della Costa Teatina. “L’arrivo dell’anno nuovo, con l’entrata in vigore della legge di stabilità, ci ha riconsegnato uno scenario futuro libero dalle trivelle entro le 12 miglia marine dalle nostre coste, seppur con delle considerazioni importanti, ancora aperte, legate alla questione referendaria – si legge in una nota-. Certo è che finalmente la tanto richiesta“scelta politica è stata esercitata nella direzione di cancellare la strategicità, l’indifferibilità e l’urgenza delle attività petrolifere”.
Per l’associazione ambientalista occorre però completare la scelta verso la green economy, passando per “il ruolo politico centrale del Parco Nazionale della Costa Teatina, un’area protetta formalmente istituita da 15 anni ma non ancora decretata a causa della sostanziale incapacità della nostra politica locale, inutilmente sollecitata ad individuare una soluzione condivisa che superi quelle logiche che, oggi lo stesso governo con l’ultima legge di stabilità cancella, o quantomeno congela”.
Il Wwf Abruzzo ricorda come “il commissario, Giuseppe De Dominicis, ha svolto il suo compito e ha consegnato a luglio scorso, in anticipo sui tempi previsti, una propria cartografia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo lo stallo di alcuni mesi, c’è stato, coordinato dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il tentativo di coinvolgere tutti i sindaci interessati per il varo di una perimetrazione condivisa dai sindaci stessi per la redazione di una nuova cartografia, alternativa in qualche modo a quella predisposta dal commissario ad acta. Questa seconda proposta è stata anche sommariamente mostrata ai presidenti di WWF e Legambiente in un incontro di pochi minuti ma la richiesta di ottenerne una copia per una più accurata valutazione non ha avuto alcun seguito. Eppure ci dicono che la perimetrazione dei sindaci sarebbe stata anch’essa inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che si troverebbe sui propri tavoli, quindi, due diverse proposte, una nota ai cittadini perché più volte pubblicamente illustrata da De Dominicis, l’altra nota solo a chi la propone. Una situazione che di fatto alimenta lo stallo in atto da circa 6 mesi”, nella consapevolezza che “il Parco Nazionale della Costa Teatina è il completamento naturale della scelta no petrolio, sia per la sua dimensione (economica, sociale, culturale e ambientale) antagonista a quella delle vecchie lobby novecentesche, sia come strumento di tutela e protezione ambientale”.
Per questo le associazioni Archeoclub, Arci, Conalpa, Costituente per il Parco, FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo, Mila Donnambiente, Pro Natura e WWF “chiedono alla Regione Abruzzo di adoperarsi attivamente al fine di sollecitare la Presidenza del Consiglio dei Ministri perché esca dallo stallo in essere e, nel rispetto di quanto previsto dalle legge, trasmetta immediatamente il decreto di perimetrazione, elaborato sulla base del lavoro del commissario De Dominicis, alla Presidenza della Repubblica per la firma. Chiedono inoltre che il Parco Nazionale della Costa Teatina sia messo subito nelle condizioni di cominciare la propria attività, nell’interesse del territorio protetto e delle popolazioni che vi risiedono“.