Giovedì 7 gennaio 2016, ad opera della ditta Iezzi e Di Pierro, sono iniziati i lavori di recupero della cripta di San Giuseppe a San Salvo. Su progetto e con la direzione dell’architetto Denis Pratesi, si procederà – in questa prima fase – allo svuotamento dei calcinacci che vi si trovano sotto la sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Chieti e della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo de L’Aquila.
“Si tratta di una sorta di scavo archeologico – spiegano dal Comitato per il restauro di San Giuseppe – che richiederà tempo e molta precauzione, in quanto la cripta, ancora visibile nel 1959/60, venne (nel 1961/62) scoperta e riempita con lo sterro delle demolizioni del campanile e della facciata romanico-gotica dell’antica chiesa. L’ambiente della cripta si trova nella parte più antica, medievale, del sacro edificio, che notoriamente poggia su fondazioni romane e strutture paleocristiane. La sua riapertura, per questo, sicuramente riserverà delle sorprese riguardo sia alle fasi costruttive della chiesa di San Giuseppe (nel Medioevo dedicata a S. Maria, con il monastero dedicato a Santo Salvo) che alla storia di San Salvo più in generale”.
Con tale intervento, la Parrocchia e il Comitato per il Restauro di San Giuseppe riprendono l’attività iniziata nel 2002, poi interrotta, tesa a consolidare e riqualificare l’intero edificio. I primi lavori hanno riguardato il restauro delle pareti esterne laterali e absidale, il rifacimento di tutti e tre i tetti e il consolidamento della volta e del sottotetto della navata.
L’auspicio del parroco don Raimondo Artese è che, attraverso nuovi fondi e la sensibilità della cittadinanza e delle istituzioni, si possa giungere anche al consolidamento e al restauro architettonico dell’interno neoclassico, che evidenzia sempre più i danni causati dal terremoto del 2002 e da infiltrazioni di acqua piovana.
Lo spazio recuperato della cripta sarà utilizzato come museo parrocchiale e come luogo per riunioni, assemblee e convegni.