Tre assoluzioni e una condanna con sospensione della pena. E’ la sentenza del processo relativo ai due episodi di violenza avvenuti nella primavera del 2014 a Vasto.
Al termine di oltre 4 ore di camera di consiglio, il Tribunale di Vasto ha emesso il verdetto: assolti con furmula piena Marco Maranca, Antonio Santoro e Fabio Scafetta; condannato a 3 anni e 6 mesi con reato derubricato, pena sospesa e remissione in libertà Jari Pellerani.
Due le vicende su cui era chiamato a decidere il collegio giudicante, composto da Bruno Giangiacomo (presidente), Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale (giudici a latere): i colpi di pistola esplosi l’8 aprile 2014 in via del Porto contro Pellerani e l’aggressione a colpi di accetta avvenuta in via del Giglio il successivo 4 giugno ai danni di Michele Lattanzio, poi condannato dal gup, a marzo di quest’anno, a 8 anni di reclusione nel processo, svoltosi con rito abbreviato, perché ritenuto il conducente della moto con la quale è stato compiuto l’attentato dell’8 aprile 2014.
Udienza fiume – E’ stata una lunghissima giornata. L’udienza decisiva, quella della discussione che precede la decisione dei magistrati, è durata 5 ore, dalle 9,30 alle 14,30. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Enrica Medori, al termine della requisitoria ha chiesto condanne per tutti gli imputati. Poi le arringhe degli avvocati difensori Giovanni e Antonello Cerella, Elisa Pastorelli, Arnaldo Tascione e Raffaele Giacomucci.
La sentenza – La corte si è riunita in camera di consiglio dalle 14,30 alle 18,45. Al rientro in aula, il presidente ha letto la sentenza: assolti perché il fatto non sussiste Maranca, Santoro e Scafetta; derubricato da tentato omicidio a lesioni dolose il capo d’imputazione nei confronti di Pellerani, condannato a 3 anni e 6 mesi con pena sospesa e remissione in libertà. Per lui gli avvocati Elisa Pastorelli e Giovanni Cerella annunciano che ricorreranno al secondo grado di giudizio: “Presenteremo appello. Esprimiamo soddisfazione per la derubricazione”, dichiara Pastorelli. “Ci aspettavamo questo verdetto”, aggiunge Cerella.
Soddisfatto anche Tascione “per l’assoluzione del mio assistito dal reato grave che era stato ipotizzato”.