L’odissea di pendolari, automobilisti e mezzi pesanti è terminata ieri poco dopo le 17 quando i dissuasori sulla Statale Trignina sono stati spostati in corrispondenza degli svincoli di Lentella e San Salvo. I lavori certamente non finiscono qui.
IL TRESTE – Innanzitutto c’è il “capitolo fiume Treste”. Il terrapieno crollato il 27 novembre è stato ricostruito, ma ora bisogna proteggerlo e salvaguardare i nuovi argini realizzati per deviare il corso del torrente. Già il giorno dopo le disastrose piogge, il Treste è tornato ai suoi livelli minimi di portata. Il bel tempo ha favorito il repentino procedere dei lavori, ma ora bisogna tutelarsi dalle prossime piogge.
L’erosione che ha causato il crollo è roba abbastanza vecchia: nel gennaio scorso, il fiume si fermò a 500 metri dalla strada; a marzo a 200 provocando il crollo di una centralina dismessa della Stogit; 6 mesi dopo è toccato alla Trignina.
Luciano D’Alfonso presente ieri sul posto ha annunciato che ci sarebbe un progetto di regimentazione delle acque per il quale c’è la disponibilità di finanziamento della Stogit (gruppo Snam, proprietaria dei pozzi di metano nel territorio). Il progetto riguarderebbe sia il tratto eroso sulla fondovalle Treste che quello più a valle in prossimità della SS 650.
LA PROVINCIALE MULATTIERA – Con il ritorno alla normalità – almeno sulla Statale – sicuramente scenderà l’attenzione sulla Provinciale 187 che nei giorni scorsi è stata al centro della protesta dei sindaci che hanno bloccato l’Adriatica.
I lavori su questa arteria che ha dovuto assorbire il traffico deviato per 16 giorni inizieranno domani per i punti più critici sulla tratta località “Ponte Treste” – Bivio di Fresagrandinaria. A occuparsene sarà la stessa ditta Marinelli Umberto di San Salvo che sta operando sulla fondovalle Treste in territorio di Cupello.
Sul tavolo, però, c’è anche il piano sulla viabilità alternativa in caso di emergenza. Oggi in Prefettura a Chieti, su questo argomento, ci sarà un incontro tecnico al quale parteciperanno – tra gli altri – i sindaci di Lentella e Fresagrandinaria, Carlo Moro e Giovanni Di Stefano.