Dopo un paio di settimane in cui i sindaci del territorio sono stati impegnati a fronteggiare l’emergenza maltempo, con tutti i danni che ne sono conseguiti, torna la serie di interviste che ci porta a conoscere i sindaci del Vastese. Questa settimana siamo stati a Cupello da Manuele Marcovecchio, sindaco da un anno e mezzo. Sulla scrivania del suo ufficio spicca una calcolatrice formato-magnum. “Quando mi sono insediato mi hanno chiesto di cosa avessi bisogno. Ho voluto una calcolatrice grande, sia per sopperire alla presbiopia ma soprattutto per avere sempre sotto gli occhi lo strumento di controllo dei conti”.
Avviandoci verso la fine dell’anno è il momento di fare i conti con le tasse. Sappiamo come i Comuni vivano situazioni di difficoltà per i continui tagli dei trasferimenti da parte dello Stato. Per compensare si devono ‘toccare’ le tasche dei cittadini che sono sempre più vuote. Il sindaco, poi, è quello che subisce le ire di chi si trova a subire degli aumenti.
Partiamo dall’argomento sicuramente più spinoso per un amministratore. Nell’immediatezza del mio insediamento mi sono premurato di incaricare una società di revisione dei conti, la KPMG, per comprendere qual era la situazione economico-finanziaria dell’ente. Una ricognizione attenta sia alla consistenza dei bilanci che alla capacità finanziaria dell’ente. Sono due cose diverse che spesso non vengono non vengono valutate in modo corretto. Spesso, in un bilancio in equilibrio, ci sono una serie di criticità di carattere finanziario che possono condurre al dissesto finanziario dell’ente. Da questa ricognizione, che ho qui nel mio cassetto e consulto spesso per capire se stiamo operando nella direzione giusta, emergevano delle forti criticità che mi indicavano una difficoltà finanziaria che si sarebbe manifestata presto. I Comuni possono chiedere anticipazioni di cassa alle proprie tesorerie fino ad un certo limite imposto dalla legge. Poi, se non hai più disponibilità, non riesci a pagare gli stipendi ed è il dissesto. Per questo ho dovuto avviare da subito un’azione di risanamento forte nei confronti dell’Ente agendo su due aspetti essenziali: i rimborsi dei mutui annui e le spese per il personale. Dopo un anno e mezzo abbiamo conseguito, con un’importante rinegoziazione dei mutui, un abbattimento sensibile della quota annua. Sul personale abbiamo avviato una procedura di eccedenza da gestire in maniera non traumatica. Questo, nella prima fase, poteva non bastare. Abbiamo ridotto da subito la Tari, la tassa sui rifiuti solidi urbani, e abbiamo mantenuto inalterate le aliquote dell’Imu. Ma abbiamo subito tagli importanti nei trasferimenti dallo Stato che il Governo ci ha imposto di recuperare attraverso l’Imu sui terreni agricoli e la Tasi, reintrodotta anche per la prima casa. Abbiamo navigato a vista su queste due imposte, cercando di contenerle. L’Imu è rimasta inalterata, sulla Tasi abbiamo fatto un adeguamento dall’1 all’1,7 per mille in linea con i Comuni del territorio dove, anzi, il valore medio è di 1,9 per mille. Questo nella consapevolezza che il dissesto finanziario avrebbe significato l’arrivo di un commissario che, come primo atto, per legge, ha quello di alzare tutte le aliquote al massimo e di vendere gli immobili. Abbiamo cercato di mantenere il più possibile contenuta la pressione tributaria per mantenere un equilibrio non solo di bilancio, ma finanziario, per mantenere i servizi essenziali e per pagare gli stipendi con una sostenibilità, consapevoli che la gente ha le tasche vuote per la pressione fiscale. La buona notizia è quella annunciata dal governo Renzi, posto che mantenga questo impegno, di rimuovere sia l’Imu sui terreni agricoli che la Tasi, a fronte di compensazioni, come è stato annunciato, delle somme che i Comuni andranno a perdere.
Sei stato precursore delle ‘occupazioni delle strade’, con l’azione di protesta per le condizioni della provinciale che attraversa Cupello. Poi c’è stata quella dei tuoi colleghi sulla ss16. Queste azioni sono il sintomo che i Comuni sono lasciati sempre più soli dalle istituzioni sovracomunali?
Chi mi conosce sa che non sono ad uso di iniziative eclatanti. Cerco, attraverso gli strumenti della politica, del dialogo, della comprensione reciproca, di portare soluzioni. Questo ha sempre orientato e orienterà la mia azione amministrativa. In quella vicenda particolare al centro dell’attenzione c’era un’arteria importante della provincia che attraversa il centro abitato, dove quotidianamente passano centinaia di mezzi e sta creando oggettive difficoltà sia di viabilità che di quiete del quartiere. Visto che le risorse ci sono avevo percepito che la vicenda era solo da sistemare dal punto di vista burocratico così mi sono permesso, anche su richiesta dei cittadini, di lanciare un grido d’allarme che fosse una sollecitazione forte agli enti provinciali. La scorsa settimana, per l’ennesima volta, mi sono visto con il dirigente della provincia e con l’assessore Tamburrino, col quale sembrerebbe che finalmente abbiamo individuato una soluzione, anche se non ci credo finchè non la vedrò sistemata. Se vogliamo alzare il livello della discussione, uscire dall’occupazione delle strade, dobbiamo fare un ragionamento più articolato che riguarda sia la viabilità provinciale che quella comunale. Ci dobbiamo preparare ad affrontare delle emergenze continue in cui avremo delle difficoltà. Per questo ho rivolto l’invito al presidente della provincia e al presidente della Regione a metterci attorno a un tavolo, tutti gli enti, per fare una riflessione più matura su quali sono le priorità, su come impegnare le risorse. Bisognerà rivedere anche la gestione delle emergenze, perchè su questo è mancato, soprattutto nell’ultima vicenda di novembre, un minimo di coordinamento tra i vari livelli istituzionali.
Da consigliere comunale di Vasto hai scelto di candidarti come sindaco di Cupello. Perchè hai scelto questo percorso? Oggi saresti potuto essere anche uno dei candidati in lista per le amministrative vastesi del 2016.
Un anno e mezzo fa ho maturato questa decisione sia per sollecitazioni, come fatalmente accade in questi casi, di amici che mi chiedevano di rientrare per un impegno su Cupello dove ero già stato consigliere comunale e provinciale, sia per una convinzione personale che oggi, più che sentirsi sindaci di una comunità, bisogna sentirci co-sindaci di un intero comprensorio che deve affrontare con gli stessi obiettivi, in maniera unita, con le stesse motivazioni le problematiche che riguardano un territorio. In questa ottica, prospettiva, mi sono detto che era importante affrontare questa sfida. C’era anche una motivazione di carattere personale e sentimentale che mi ha motivato. Sentivo che il percorso politico fatto mi aveva portato alla maturità giusta per portarmi ad affrontare quella che è la sfida più importante del mio impegno politico.
Anche se la distanza tra i due centri è davvero poca sei un sindaco che non abita nel paese che amministra. C’è qualche tipo di difficoltà nello svolgere questo ruolo?
Diciamo che piuttosto sono un sindaco che non dorme nel paese che amministra. I miei affetti sono qui, ho la residenza qui, non l’ho mai cambiata da quando sono nato, ho il mio studio professionale a Cupello. Non mi sento uno che non vive a Cupello. Non ci dormo perchè con la famiglia abbiamo fatto una scelta diversa ma la mia vita, con tutto l’impegno e il tempo che sto spendendo, è al centro di questa comunità con cui ho avuto sempre un rapporto autentico, vero. E questa è stata la ragione per cui, anche se questo mio rientrare a Cupello dopo l’esperienza politica a Vasto potesse essere visto male, i cittadini cupellesi hanno capito e anche premiato sulla credibilità del progetto politico.
Con la questione finanziaria al centro dell’azione amministrativa c’è spazio anche per lavorare su altri interventi nel Comune? Quali sono le vostre priorità per i prossimi mesi?
L’obiettivo del risanamento non prescinde dal fatto che si stia cercando di porre le basi così che, una volta re-inquadrato l’ente dal punto di vista finanziario e organizzativo, si possa lavorare per portare avanti gli altri obiettivi nella seconda parte del mandato. Oggi, con quello che stiamo facendo, posso iniziare a sentirmi ottimista rispetto ad un dissesto che era incombente. L’interrogativo che mi sono posto era se poter avere nuove opere o puntare al mantenimento delle esistenti. Non avendo delle capacità di co-finanziamento abbiamo cercato di intercettare alcuni finanziamenti che ci consentissero di recuperare determinate realtà: abbiamo riqualificato il palazzetto dello sport, abbiamo appaltato e si sta completando il primo lotto dei lavori di adeguamento strutturale del plesso scolastico. L’ufficio tecnico sta chiudendo la procedura per appaltare anche l’ampliamento del polo scolastico, che diventerà uno dei migliori della provincia di Chieti. In questi stessi giorni chiuderemo anche per un intervento da circa un milione di euro per l’adeguamento sismico e strutturale del palazzo municipale. Abbiamo presentato ricorso per il progetto di riqualificazione dell’arena comunale, in cui siamo arrivati 11esimi in graduatoria ma siamo convinti di avere le carte in regola per avere quel finanziamento. Abbiamo, dopo tanti anni, risolto in termini di messa in sicurezza la caserma dei carabinieri con un finanziamento della Regione. Mi sono preoccupato di risistemare quello che c’è. Abbiamo degli interventi da fare rispetto al centro urbano, con un paio di situazioni critiche di convogliamento delle acque. Ma la priorità per il 2016, posto che riusciremo a liberare delle risorse,sarà la viabilità. Cupello ha 49 kmq di territorio, abbiamo oltre 100 km di strade rurali che oggi hanno grossi problemi. Insieme alla struttura comunale, con la collaborazione del vicesindaco, faremo un punto della situazione per procedere a delle scelte. Prima guardando alla viabilità di servizio alle case e, con priorità di secondo livello, l’accesso ai terreni. Poi dico anche che oggi, anche riuscire a mantenere il livello dei servizi sociali, uno scuolabus, le colonie, sono già buoni obiettivi non scontati. Per il resto abbiamo dato ampio respiro al mondo associativo, abbiamo cercato sempre sponda con loro. Abbiamo rilanciato una serie di iniziative, ada esempio quella del carciofo, coinvolgendo le associazioni. Questo è un metodo di governo che ci stiamo dando, coerentemente al programma amministrativo dove abbiamo scritto che noi avremmo operato valorizzando quel principio di sussidiarietà che deve caratterizzare la nostra azione.
Dal punto di vista politico Cupello presenta una realtà viva. Ci sono interlocutori con cui è sempre aperto il confronto. Il tuo rapporto con chi ti ha preceduto in amministrazione e con chi oggi è opposizione com’è?
Cupello ha sempre vissuto correttamente il rapporto tra chi era al governo e chi era all’opposizione. Lo dico sia per la mia esperienza come consigliere che per questa da sindaco. Il rapporto con i gruppi di opposizione o con le associazioni che fanno riferimento ai gruppi di opposizione, è sempre corretto dal punto di vista istituzionale perchè, sia da questa parte che dalle altre, si è sempre distinto il dialogo politico, anche aspro, rispetto alla correttezza dei rapporti. Sia io che i mie colleghi della maggioranza siamo attenti a rispettare le prerogative di quelli che non la pensano come te. Questa è la mia filosofia di vita, la correttezza di un rapporto istituzionale è tra le mie priorità. La critica politica, che è anche utile per far meglio, rientra in questo percorso. Sui temi di difesa della comunità all’esterno ho sempre trovato maggioranza e minoranza in accordo a condividere delle posizioni. Quando si è trattato di difendere la guardia medica siamo stati tutti assieme, quando si è trattato di discutere del Civeta siamo tutti uniti. La classe dirigente intera del comune di Cupello è matura.
Cupello è legata da decenni al metano. In questi giorni si parla anche di nuove estrazioni che creano anche qualche fibrillazione. Da primo cittadino come ti relazioni con queste realtà?
Cupello nel 1960 fece delle lotte perchè il metano che era stato trovato a Montalfano restasse qui su questo territorio così da far nascere un importante polo industriale che oggi fa mantenere il tessuto socio-economico del territorio ad un livello di sufficienza. Esaurito il gas c’è stata la riconversione di quegli impianti, qui c’è il più grande sito di stoccaggio in Italia gestito dalla Stogit. C’è ancora qualche pozzo che estrae, come quello di cui si parla in questi giorni ma è un pozzo scavato nel 2003 che ora è stato messo in esercizio per l’estrazione di questo gas. Sono perimetrati, di poca entità, non credo che ci sia ancora granchè da tirare fuori qui. Abbiamo la realtà della Stogit su cui il livello di attenzione è sempre stato molto alto, la situazione è monitorata.
Uno dei temi caldi degli ultimi mesi è sicuramente la sicurezza. L’episodio dell’aggresssione nell’esercizio commerciale in piazza ha destato sconcerto. Tu hai lanciato un appello ai cittadini perchè collaborino con voi e con le forze dell’ordine. È possibile superare il muro di silenzio?
La questione sicurezza è seria. La sicurezza personale insieme alla sicurezza sociale sono aspetti su cui un’amministrazione deve riflettere ed intervenire. Intanto aver ristrutturato la caserma è un segnale di voler conservare il nostro presidio di legalità. Poi c’è un aspetto culturale sul quale io ho fatto qualche intervento di sensibilizzazione nei confronti della comunità. Ma probabilmente non basta dal punto di vista dell’amministrazione. Con alcuni commercianti c’è un discorso aperto per un percorso che porti ad implementare un servizio di videosorveglianza. Sta diventando una priorità, i cittadini lo chiedono, per questo bisogna consapevolmente impegnare tempo e, laddove ci sarà consentito nei prossimi anni, liberare qualche risorsa per interventi di questo tipo. Allo stesso tempo dico che io non farò sconti. I prossimi atti vandalici saranno oggetto di denunce nella convinzione che il primo deterrente a questo tipo di criminalità, ancora ad un livello autoctono, è quello della gente che si difende denunciando fatti e persone.
Hai affrontato diverse emergenze. Qual è stata la più dura?
Abbiamo avuto tre esplosioni di criticità in quest’anno collegate tra loro rispetto agli elementi da cui sono scaturiti. L’acqua ha combinato guai a marzo e dieci giorni fa. La stessa acqua ha combinato guai ad agosto perchè per 10 giorni non c’è stata. Quest’estate abbiamo avuto un momento di difficoltà, quando ti chiamano decine di famiglie che da 3-4 giorni, con il caldo che c’era, non avevano l’acqua è davvero dura. In quel momento tocchi con mano le difficoltà delle famiglie a cui non ho fatto mancare mai la mia presenza, per 10 giorni con il mio scooter ho girato le case dei cittadini che non avevano acqua per essere accanto a loro. Ho chiesto e ottenuto dalla Sasi un intervento, con uomini sul territorio per capire quale fosse il problema e cercare di risolverlo. Mi sono calato nei pozzetti ma non di certo per visibilità. L’ho fatto non solo per far sentire la presenza tangibile dell’istituzione sul problema ma anche perchè volevo capirlo bene il problema. In quei 10 giorni in cui ho fatto il fontaniere sono riuscito a comprendere meglio il problema, perchè la rete idrica di Cupello è davvero complessa. E, quando vai davanti ai vertici della Sasi, conoscere il problema ti consente di essere più incisivo. Alcune cose sono state fatte ma stanno ancora lavorando sperando si possa andare verso la risoluzione del problema.
Hai vissuto l’esperienza da consigliere comunale e ora quella da sindaco. Dal punto di vista personale come è cambiata la vita?
L’esperienza da sindaco è il totalmente altro rispetto a quella di consigliere comunale o provinciale, le esperienze da me vissute in precedenza. Il livello di responsabilità è assolutamente diverso, il livello di impegno è assolutamente diverso. E questo ti assorbe in maniera diversa. La mia famiglia mi comprende, spesso saltano gli appuntamenti, ma questo fa parte della coscienza che ognuno di noi deve mettere quando assume delle responsabilità. Anche perchè il sindaco non è solo il capo dell’amministrazione, è la guida, il riferimento di una comunità. Se si entra in quest’ottica il sindaco diventa un consulente, uno specchio di fronte al quale il cittadino talvolta si pone per poter avere un feedback sulle problematiche anche di altra natura rispetto a quelle amministrative. Questo lo immaginavo e l’ho capito da subito. A questo aspetto non si può dire di no, in un momento di forti difficoltà, avere qualcuno che ti ascolti, che ti dia qualche suggerimento, qualche indicazione che ti faccia stare meglio quel quarto d’ora, è tanto faticoso ma è giusto farlo anche sacrificando una buona parte di quello che dovresti dedicare alla famiglia e, per certi aspetti, alla professione.
La scheda di Manuele Marcovecchio
Nato:13/11/1966
Stato civile: coniugato
Risiede a: Cupello
Professione: Avvocato
Sindaco dal 27/05/2014
Schieramento di elezione: lista civica “Uniamoci per Cupello”
Precedenti incarichi istituzionali: consigliere comunale Cupello, consigliere provinciale Chieti, consigliere comunale Vasto
Numero residenti Comune: 4832
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