Cosa si nasconde dietro il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP)? A questa domanda ha cercato di rispondere l’incontro organizzato dal Meetup Histonium del Movimento 5 Stelle, con il contributo di Antonio De Lellis e Alessandro Cianci, rispettivamente curatore e co-autore del libro Il giubileo del debito. A presentare e moderare l’incontro Graziella Mercogliano e Francesco Di Casoli, del Meetup Histonium.
In apertura, è stato Alessandro Cianci, Phd e assistente di Politica economica all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti e Pescara ad introdurre l’argomento in questione, ricordando come gli Stati Uniti già dall’Ottocento avessero compreso che “ci sono due modi per sottomettere un altro paese: la guerra o trattati commerciali“. A esempio della tesi, la storia del Giappone, che ha resistito per 100 anni agli attacchi del Portogallo, ma poi costretto a “trattati inadeguati” dalle “navi nere” del commodoro Mattew Perry (qui la storia citata): “Il Giappone – ha precisato Alessandro Cianci – non deve certo rinnegare la sua storia, ma è evidente che i trattati imposti avvantaggiano i più forti e creano difficoltà ai più deboli, soprattutto nel breve periodo. Ciò non vuol dire che non dobbiamo aprirci al mondo e dobbiamo tornare a un’economia chiusa, semplicemente è bene fare trattati quando convengono a tutti, non bisogna accettarli per forza“.
A seguire, nello specifico del TTIP è entrato Antonio De Lellis, dirigente nazionale di Attac Italia e consigliere nazionale Pax Christi, parlando di un accordo tra “un ceto di investitori finanziari che si collocano al di fuori del confronto democratico, cercando di imporre le proprie regole”. Per De Lellis, quindi, la questione non è aperta tra USA e UE, ma da una parte ci sono le multinazionali, sia degli USA che dell’UE, e dall’altra coloro che subirebbero gli effetti dell’accordo, ovvero gli 800milioni di cittadini, di qua e di là dell’Atlantico. Nello specifico, De Lellis ha spiegato che il TTIP andrebbe ad incidere su tutti i settori, dal cibo ai farmaci, alla previdenza, ai servizi, e soprattutto sull’agricoltura, comportando l’abbassamento delle misure protettive che oggi vigono in Europa e che invece subirebbero una sorta di “appiattimento sul peggio“, secondo gli standard americani. Un accordo particolarmente gradito alle multinazionali che avrebbero via libera “sul 50% del Pil mondiale e su 1/3 del commercio internazionale”. Il tutto con una motivazione “geopolitica” ben precisa: “Contrastare la rapida ascesa economica della Cina“.
Uno dei problemi principali del TTIP illustrato durante l’incontro, la “clausola di protezione degli investimenti“, per cui quando una legislazione nazionale, regionale o locale “minaccia” gli interessi economici di una multinazionale, la stessa può citare in giudizio l’ente, “ma nemmeno davanti a un giudice ordinario, ma davanti a un arbitrato internazionale: siamo davanti alla privatizzazione della giustizia“. Tra gli altri elementi sottolineati, una sorta di “segretezza” che copre i documenti relativi ai quali nemmeno tutti i parlamentari europei possono accedere: “Perché un accordo economico internazionale dovrebbe essere segreto? Evidentemente la segretezza è funzionale a imporre scelte che se note non sarebbero mai accettate“. Insomma, per i relatori dell’incontro le multinazionali si starebbero accordando per imporre un trattato “al ribasso”, appiattito sulle “posizioni peggiori”, ovvero l’Unione Europea si ritroverebbe di colpo col “sistema di garanzie” più basso: “In Europa già dal 1988 è vietata la vendita di carni bovine gonfiate con gli ormoni della crescita – ha spiegato De Lellis, a titolo d’esempio – mentre in USA no. Con questo accordo potrebbero arrivare in Europa e in Italia quelle carni, senza che nemmeno indicazioni chiare a riguardo”.
Contro questo accordo, De Lellis ha annunciato che sono state già raccolte 3 milioni di firme depositate al Parlamento Europeo (di cui 76mila raccolte in Italia), ma Di Casoli ha ammonito: “Questo è l’ultimo momento per contrastare questo trattato: o lo combattiamo adesso o ce lo ritroveremo addosso con tutte le conseguenze del caso”.