Lo sciame sismico dello scorso 6 dicembre al largo della costa abruzzese [LEGGI] ha fatto sollevare numerosi interrogativi. Questa l’intervista di Roberto Naccarella (UniNews24.it) al professor Marco Mucciarell.i
L’Abruzzo ha (purtroppo) un rapporto molto dettagliato con i terremoti, anche catastrofici. Ultimo quello che ha colpito L’Aquila nel 2009, ma tragedie si sono verificate anche in tempi relativamente ‘recenti’: basti pensare al sisma che rase al suolo Avezzano nel 1915, o alle scosse che devastarono diversi paesi della Maiella nel 1933. Un’attività che sembrerebbe interessare meno la parte costiera della Regione. Tuttavia, nei giorni scorsi si è verificato un intenso sciame sismico nel mare Adriatico, ad un’ottantina di km dalla cosiddetta ‘costa teatina’. Numerose scosse, alcune delle quali hanno anche raggiunto una magnitudo pari a 4.4 della scala Richter.
Movimenti tellurici che sono stati nettamente avvertiti dalle popolazioni di Pescara, Ortona, Lanciano, Vasto, Termoli. Molte persone, in particolare quelle situate ai piani alti degli edifici, sono uscite fuori di casa o hanno chiamato i Vigili del Fuoco per avere informazioni su quanto accaduto. Nelle ore immediatamente successive agli eventi, è cominciato a girare sul web il sospetto che il fenomeno potesse riguardare la ‘sismicità indotta’: per chiarirci, le scosse di terremoto sarebbero state provocate dalle estrazioni in mare operate dalle famigerate trivelle.
Ci siamo rivolti ad uno dei massimi esperti italiani del settore: il prof.Marco Mucciarelli, docente di Geofisica all’Università della Basilicata e Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, di recente inserito nella lista dei Top Italian Scientists per le Scienze della Terra. Coordinatore di diversi progetti di ricerca, il prof.Mucciarelli si occupa di analisi statistica della sismicità, stime di pericolosità sismica, microzonazione sismica e sismicità indotta.
Prof. Mucciarelli, buongiorno. Innanzitutto complimenti per il suo ingresso nella Top Italian Scientists per le Scienze della Terra. Un riconoscimento importante, sarà certamente soddisfatto.
Personalmente sì, ma meno soddisfatto per l’uso delle valutazioni che viene fatto in Italia. Solo da noi vengono creati centri che sono definiti “eccellenze” alla nascita, ma poi si rivelano molto meno produttivi di università o enti di ricerca già esistenti. Il paradosso è che Università ed EPR devono sottostare al controllo dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca che decide tagli o premi sui finanziamenti, mentre i nuovi centri voluti e mantenuti dalla politica passano direttamente all’incasso per decreto legge.
Nei giorni scorsi si è verificata un’intensa attività sismica nel Mare Adriatico, a un’ottantina di km dalla costa teatina, con scosse che hanno anche superato magnitudo 4 e che sono state nettamente percepite dalla popolazione di Pescara, Ortona, Vasto, Termoli. C’è da preoccuparsi? Sono mai avvenuti terremoti forti in questa zona?
L’Adriatico era ritenuto anni fa una microplacca stabile che presentava sismicità solo sui suoi margini, Appenninico e Dinarico. Negli ultimi decenni si è visto che invece sono presenti diversi centri attivi. Dagli anni ottanta il miglioramento delle reti sismiche ha permesso di registrare più eventi, anche se di magnitudo superiore e con precisione minore di quanto sia possibile ottenere in terraferma. Poco a sud delle Tremiti passa la Faglia di Mattinata, alla quale è attribuito un terremoto del XVII secolo che ha raggiunto il decimo grado della scala Mercalli. Al largo delle Marche meridionali a fine anni 80 c’è stata una sequenza sismica il cui massimo ha raggiunto la magnitudo 5. Quanto alla preoccupazione per i terremoti, per me ha senso solo se viene declinata nel suo senso etimologico, ovvero pre-occuparsi, occuparsene prima. I cittadini veramente preoccupati dovrebbero dare il proprio contributo alla riduzione del rischio sismico, seguendo le procedure consigliate ad esempio dalla campagna Io Non Rischio.
Qualcuno ha sollevato il sospetto di sismicità indotta dalle ‘attività estrattive’, situate non troppo distanti dall’epicentro dello sciame sismico. E’ un dubbio che ha fondamento?
No, nessun fondamento, dato che non ci sono attività in corso nella zona. Non sono nemmeno previste per il futuro dato che i margini delle concessioni esplorative richieste non comprendono la zona che si è attivata.
Ci potrebbe indicare qualche situazione dove la sismicità indotta è riscontrabile? Ne troviamo qualcuna anche in Italia?
In Italia una commissione di esperti coordinata da ISPRA ha pubblicato nel 2014 un libro bianco che include l’elenco dei 17 casi di sismicità indotta documentati o ipotizzati in Italia (di cui quelli di Cavone e Cavriaga sono poi stati derubricati a sismicità naturale da rapporti o articoli pubblicati successivamente). Il rapporto si scarica qui. Per chi fosse interessato ad approfondire i temi della sismicità indotta consiglio anche il sito www.sismicitaindotta.it.
Roberto Naccarella
UniNews24.it