“Lo avevamo detto fino a perdere il fiato, questa legge è stata l’ennesimo palliativo mediatico e oggi il Consiglio dei Ministri presenta il conto”. Così Sara Marcozzi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, a commento della decisione del Consiglio dei ministri che ha deliberato l’impugnazione della legge della Regione Abruzzo n° 29 del 14 ottobre 2015, recante “Provvedimenti urgenti per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema della costa abruzzese”. Secondo il Consiglio dei ministri, inafatti, la legge regionale sarebbe costituzionalmente illegittima in quanto, disponendo il divieto delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, invaderebbe la competenza esclusiva dello Stato in materia di energia.
Da qui la critica del M5S, che con Sara Marcozzi ribadisce: “L’unica strada è quella della legge di iniziativa regionale alle Camere presentata dal M5S e approvata dal consiglio regionale, che va a modificare ed abrogare parzialmente l’articolo 35 del Decreto Sviluppo. Abbiamo a che fare con un Governo centrale che sta in tutti i modi dimostrando il totale disinteresse per la nostra Regione e per uno sviluppo sostenibile. Governo ampiamente appoggiato dai parlamentari abruzzesi di ogni schieramento, M5S escluso, che hanno votato a favore dello Sblocca Italia e che oggi firmano per i referendum no-triv. Tutti i consiglieri regionali devono, oggi più che mai, costringere i deputati e senatori dei loro partiti a far calendarizzare la nostra legge in Parlamento e a votarne l’approvazione. Ombrina deve essere bloccata dai parlamentari a Roma. Lo sappiamo noi, lo sa il PD, SEL e anche la Corte Costituzionale”.
Di diverso parere il sottosegretario Mario Mazzocca: “Non ci sorprende affatto la decisione del Consiglio dei ministri con cui ha deliberato l’impugnazione della legge della Regione Abruzzo. Sulla base di tale delibera l’Avvocatura dello Stato procederà, quindi, alla elaborazione del ricorso, che verrà depositato in Corte costituzionale e per la cui espressione dovranno attendersi alcuni mesi. Nel frattempo, la Regione Abruzzo chiederà al Tar Lazio di voler sospendere in via cautelare, nelle more del giudizio della Corte, i provvedimenti amministrativi riguardanti Ombrina Mare. È la riprova del fatto che la nostra iniziativa legislativa ha colto nel segno. Eravamo ben consci tanto dell’elevata possibilità di incostituzionalità del progetto di legge, quanto della pressante esigenza di porre un freno alla deriva petrolifera perseguita dal governo nazionale nell’ottica di concreto sostegno alla proposta referendaria nel frattempo lanciata da 10 Regioni. Non, dunque, ‘l’ennesimo palliativo mediatico’ come si è purtroppo rivelata la legge di iniziativa regionale alle Camere, la cui operatività differita precludeva ‘ab origine’ ogni tipo di reale contrasto al processo di petrolizzazione in Adriatico (progetto Ombrina Mare incluso) nei tempi che la situazione imponeva, ma una concreta iniziativa tesa a consentire ai cittadini di esprimersi su di un tema vitale per le generazioni del futuro. La sostenibilità dello sviluppo, intesa non più come esigenza ma quale ineludibile necessità, è il tema su cui l’imprenditoria mondiale proprio in questi giorni sta progressivamente convenendo in maniera diametralmente opposta all’anacronistica e retrograda posizione di Confindustria regionale”.