Tanta carne al fuoco, ma poche novità sostanziali per l’incontro del primo pomeriggio di oggi presso l’ospedale “San Pio da Pietrelcina” di Vasto con l’assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci che, insieme al direttore generale della Asl n°2, Pasquale Flacco, ha incontrato amministratori comunali e operatori del presidio.
Dopo i saluti del sindaco Luciano Lapenna, che ha sollecitato Paolucci a rispettare gli impegni presi durante il Consiglio comunale sulla Sanità dell’anno scorso, sono stati i primari e i medici dell’ospedale a ribadire criticità e punti deboli del presidio, a partire dal primario di Gastroenterologia, Antonio Spadaccini, che ha illustrato la condizione dell’ospedale, segnalando alcune priorità, dalla mancanza di personale a tutte quelle legate alla mancanza di un servizio radiologia e laboratoriale h24.
Lo stesso dottor Spadaccini ha poi letto il messaggio dell’onorevole Maria Amato, impegnata in Parlamento: “Avrei voluto essere presente all’incontro di oggi, perché il presente ed il futuro dell’ospedale di Vasto e della Sanità pubblica in questo territorio mi riguardano da vicino, per mandato elettorale ma prima ancora per la fatica quotidiana, che io, come ognuno degli operatori per il suo ruolo, ha messo in questo ospedale, per farne una risposta adeguata ai bisogni di salute della gente di questa parte di sud della provincia di Chieti. Gente che ha gli stessi diritti della grande Pescara in un territorio martoriato dal dissesto. Mi riguarda perche’ l’Ospedale di Vasto è stato e tornerà ad essere la mia sola grande certezza: il mio lavoro. Purtroppo il mercoledi’ che rappresenta il giorno possibile per l’assessore Paolucci è, ed è noto, il giorno impossibile per i Parlamentari. Questo mercoledi’ in particolare non sono ammesse assenze essendo in Aula per il voto, la Riforma Costituzionale. All’assessore chiedo una attenzione maggiore, chiedo di ricordare il suo impegno in Consiglio comunale rispetto alla terapia trombolitica per l’ictus, la nostra neurologia è pronta da un pezzo, chiedo attenzione ai percorsi di emergenza urgenza ed in particolare al percorso cuore, chiedo di promuovere con la direzione generale misure per non farci sentire periferia anche attraverso l’attribuzione di incarichi di responsabilità a chi li merita, a Vasto come nelle altre sedi, e infine gli chiedo attenzione ai servizi tutti, e tra questi alla radiologia che ormai manifesta chiari segni di limitazione della efficienza, derivante come per il resto dell’ospedale, da risorse insufficienti. Anche e soprattutto per essere opedale spoke ci vogliono le risorse”.
Il cardiologo Vincenzo Cerasa, invece, ha ricordato la particolare disposizione geografica della comunità servita dall’ospedale di Vasto e prospettato una soluzione in vista della ristrutturazione dell’Utic: “Abbiamo l’occasione di realizzare un’unica sala operativa multidisciplinare dove poter fare sia l’impiantistica per i pacemaker, sia l’emodinamica e la radiologia interventistica, tanto l’Utic è comunque da ristrutturare”. Lo stesso dottor Cesara ha poi ricordato che tra Pescara e Chieti ci sono due sale per l’emodinamica in 12 chilometri (più una privata), mentre a Vasto nessuna e i pazienti devono fare 80 chilometri per raggiungere le sedi di Chieti e Pescara, con tempi certamente non ottimali per intervenire, per esempio, sugli infarti.
Il dottor Lorenzo Russo, primario del Pronto soccorso, dopo aver dato atto dell’attenzione della direzione generale e dell’assessorato ai temi dell’emergenza-urgenza ha sottolineato: “Se dobbiamo essere un ospedale di primo livello, ci vogliono attrezzature e personale. Questo territorio ha numeri importanti: solo Vasto e San Salvo arrivano a 65mila abitanti, non si può non tenerne conto”.
Presente all’incontro anche il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Forte, che ha riportato alcune esperienze dirette, sottolineando come “l’Utic di Vasto è ai livelli di Terzo Mondo, le criticità che ben hanno riportato gli operatori, i vastesi le vivono tutti i giorni. Senza parlare dell’indecenza dell’obitorio, dove l’altro giorno ho trovato immondizia vicino all’ingresso. Diamo dignità almeno alla morte”. Ad aggiungere un ulteriore tassello, anche il consigliere regionale e presidente della V commissione Sanità, Mario Olivieri, che ha ricordato anche il problema relativo alla sede della Scuola Infermieri.
Da parte loro, il direttore generale della Asl, Pasquale Flacco, e l’assessore Paolucci hanno rivendicato il lavoro fatto sull’emergenza-urgenza, sui punti nascita (a Vasto investimento previsto da 1,5 milioni), sull’attivazione della lungodegenza e soprattutto nel passaggio della classificazione da ospedale di base a DEA di primo livello, “un risultato per nulla scontato, per il quale abbiamo dovuto lavorare molto”. Per il resto, Paolucci ha assicurato che la Regione si è data delle priorità che sta affrontando, nei limiti imposti da un commissariamento che sembra avere le “ore contate”, ma i cui tempi di uscita sono piuttosto vaghi. Così come sono vaghi i tempi per l’emodinamica: “Stiamo aspettando il parere del comitato etico-farmacologico”. Quanto c’è da aspettare, non è chiaro.
Infine una riflessione sull’organico: “14.300 unità sono adeguate per la Regione Abruzzo, c’è evidentemente un problema di organizzazione“, a cominciare dagli amministrativi, per i quali il dottor Spadaccini ha ricordato che le “fusioni” fatte in questi anni invece di portare a una riduzione del personale amministrativo hanno portato a un aumento. “Anche su questo – ha spiegato Paolucci – può incidere il progetto di Asl unica” (ammesso che non “funzioni” come nei casi precedenti). Insomma, il personale basta, deve solo essere organizzato meglio, con il “tetto” previsto evidentemente da far “scontare” agli amministrativi, piuttosto che a medici e infermieri che continuano a segnalare carenze di organici. Ma anche nell’organizzazione degli operatori sanitari Paolucci è stato chiaro: “Non si può più tollerare che ci sia chi lavora per quattro e chi perde tempo. Siete voi che dovete aiutarci, in questo senso, in modo che ci possa essere una migliore organizzazione del lavoro”.