Contro la privatizzazione di Poste Italiane scendono in campo i Cobas. Presidio anche a Vasto dove, davanti all’ingresso dell’ufficio postale centrale di via Giulio Cesare, Fabio Troiani dell’esecutivo nazionale, Domenico Ranieri, segretario provinciale della Confederazione Cobas, Fabio Cedro e Coralba Giannico hanno distribuito materiale informativo a lavoratori e utenti.
“Cerchiamo – ha spiegato Troiani – di difendere i posti di lavoro. I servizi delle Poste sono stati smontati, in primo luogo il recapito, che avverrà a giorni alterni su tutto il territorio nazionale, con l’esclusione delle 9 aree metropolitane, dove rimarrà giornaliero. Si rischia la perdita di 6-7mila posti di lavoro, coperti in gran parte con i prepensionamenti, col rischio di creare un nuovo problema esodati. Ma il pericolo riguarda anche i più giovani, assunti con rapporti di lavoro precari. Con la privatizzazione, l’azienda diventa sostanzialmente una banca: gli investitori si avviano a ridurre i costi di gestione e a puntare sui settori finanziari per massimizzare il profitto, smantellando il servizio di recapito che, al di fuori delle aree metropolitane, verrà affidato a piccoli gestori locali, con un prevedibile peggioramento del servizio. Questo avverrà anche in Abruzzo, regione che, nelle aree interne, ha già subito la chiusura di uffici postali nei piccoli comuni. In tutta Italia ne sono stati tagliati già 6mila nel 2010 e Poste Italiane è intenzionata a sopprimerne molti altri. In questa battaglia ci rivolgiamo agli amministratori locali. Siamo pronti allo sciopero nazionale. Questa è un’azienda in attivo, deve mantenere i posti di lavoro”.