Il fatto non sussiste. E’ un’assoluzione con formula piena, quella decretata dalla Corte d’Appello dell’Aquila nei confronti dei quattro proprietari del cantiere di via San Michele, lungo il costone orientale di Vasto. Secondo i giudici di secondo grado, non c’è stato abuso edilizio.
La sentenza è di oggi pomeriggio e riguarda uno stabile (cinque piani più sottotetto) parzialmente realizzato, la cui edificazione fu interrotta quando era stato innalzato solo lo scheletro della palazzina. Una vicenda giudiziaria complessa, scaturita dalla denuncia presentata da 6 residenti della zona e proseguita con l’alternarsi di sequestri e dissequestri nel 2007, nel 2008 e nel 2010 fino al definitivo provvedimento emesso dalla Corte d’Appello, che nell’agosto scorso ha dato il via libera alla riapertura del cantiere.
Accogliendo le tesi difensive degli avvocati Giampaolo Di Marco e Vittorino Facciolla, i magistrati del capoluogo hanno, dunque, ribaltato il giudizio emesso in primo grado dal giudice monocratico del Tribunale di Vasto, che aveva condannato i 4 proprietati a 6 mesi d’arresto e 12mila euro di ammenda e assolto, invece, gli altri 4 imputati di allora: 2 dirigenti e un funzionario del Comune di Vasto e il titolare dell’impresa esecutrice dei lavori.
La difesa fa notare che il verdetto non si limita a prendere atto dell’avvenuta prescrizione (ossia l’estinzione di un reato al trascorrere di un determinato lasso di tempo previsto dalla legge), ma entra anche nel merito della questione, decretando “la correttezza – sottolinea Di Marco – dell’iter procedurale seguito sia dai privati cittadini proprietari dell’immobile, sia dal Comune di Vasto”.