A 22 anni ha deciso di lasciare San Salvo e l’Italia per inseguire la sua passione: lavorare e affermarsi come parrucchiere.
Per la puntata settimanale dell’inchiesta sui “nuovi emigranti” di zonalocale.it [LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI] abbiamo intervistato Cristian Tristani, giovane sansalvese che dopo alcune esperienze da parrucchiere, indossatore e barman non proprio positive, il 6 ottobre scorso è volato in Australia, a Perth, con una qualifica da acconciatore in tasca.
Quando e perché sei partito?
Avevo l’intenzione di andare a vivere in una realtà più grande già da diverso tempo. In realtà il mio problema non era San salvo o l’Italia, ma il sistema e i disagi che si sono creati in questi ultimi anni e questo mi ha spinto ad andare in un’altra nazione.
È stata una decisione sofferta o è stata una scelta presa senza troppi pensieri?
Sicuramente dispiace lasciare la famiglia e i “veri amici”, ma non ho permesso a me stesso di farmi troppe domande, così ho scelto la strada giusta per la mia carriera.
Dopo le tue prime esperienze lavorative, quand’è che hai capito che era “inutile” continuare a cercare un lavoro qui?
Ho capito che era il momento di cambiare Paese quando mi sono reso conto che non potevo costruirmi un futuro lavorativo. Ho avuto diverse esperienze e non tutte sono state positive, sia dal punto di vista economico, sia per la scarsa capacità di gestire un salone da parte dei titolari.
Non è stato, però, tutto “nero”. Un’esperienza molto positiva per me è stata quella nel salone Tratti Somatici di Angelo Di Francesco che mi ha permesso di entrare in questo settore e di scoprire la passione che ho per questo lavoro. Un’altra persona che mi ha fatto crescere dandomi molte dritte è stato Roberto Ramundi, grandissimo parrucchiere e stilista di successo.
Perché l’Australia?
In questi mesi sembra essere di moda trasferirsi in Australia. È vero, ci sono più opportunità e gli stipendi sono più alti e anche la qualità della vita è di gran lunga superiore.
È necessario però avere un mestiere, impegnarsi per raggiungere l’obiettivo e sapersi mettersi in gioco. Per questo l’ho scelta, perché la professionalità è riconosciuta e il lavoro non manca così come la possibilità di fare carriera; allo stesso tempo si riesce ad avere tempo libero e denaro.
Com’è stato il primo impatto?
Il primo impatto mi ha affascinato subito. Mi è stata data subito l’opportunità di dimostrare le mie capacità e non ho trovato difficoltà ad abituarmi a questo sistema.
Avendone avuta subito l’occasione già lavoro in salone. Nonostante il mio basso livello d’inglese, il titolare mi ha dato fiducia e ha apprezzato le mie qualità.
Quali sono le principali differenze con il mondo del lavoro italiano?
La più grande che ho notato, oltre allo stipendio e la meritocrazia, è il sistema di lavoro molto professionale e preciso.
La cosa più bella per me, però, è che se hai tanta voglia di fare e passione da vendere questo viene apprezzato. Insomma, ci tengono a farti crescere e farti dare il meglio di te giorno dopo giorno, per te stesso e per i clienti.
Cosa ti manca di più dell’Italia?
Non sono partito da molto tempo, ma di sicuro le cose che già mi mancano sono la cucina italiana, che penso sia una delle migliori, e il calore delle persone importanti.
È una scelta temporanea, pensi di tornare un giorno o credi che non ci sia un futuro qui?
Non so se tornerò a San Salvo o se andrò in un’altra città del mondo o se questa è la scelta definitiva. Quello che mi sento di dire per ora è che il futuro va creato con molto impegno e sacrificio dedicando mente e corpo a migliorare se stessi.
Dobbiamo credere sempre in quello che facciamo, nelle passioni che abbiamo, nonostante ci siano diverse “difficoltà”. Il discorso è molto semplice: questo è quello in cui credo e sono pronto a tutto pur di realizzarlo, non importa nient’altro.