Gran pienone presso il Salone parrocchiale della chiesa San Paolo Apostolo per l’incontro dal tema “Educare alla solidarietà e alla giustizia per un orizzonte di pace” promosso dal Lions Club New Century in collaborazione con l’Unione Giuristi Cattolici di Vasto. Ospite d’eccezione, Franco Vaccari, fondatore e presidente di “Rondine Cittadella della Pace”, candidata al premio Nobel per la Pace nel 2015. Corposa la presenza di rappresentanti dei Lions, tra cui Franco Sami, governatore del distretto 108A, Tommaso Dragani, cerimoniere dello stesso distretto, Ludovico Jasci, presidente della Zona A e Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Molise e responsabile per la VI circoscrizione del service “Un poster per la pace”, nell’ambito del quale è stata promossa l’iniziativa.
Dopo il consueto cerimoniale introduttivo degli incontri targati Lions e i saluti del sindaco Luciano Lapenna, don Gianni Sciorra, parroco di San Paolo Apostolo e consulente ecclesiastico della sezione vastese dell’Unione Giuristi Cattolici, ha ringraziato Anna Paola Sabatini per aver voluto un incontro il cui tema ha reso particolarmente “facile” l’accoglienza da parte di un luogo come quello della parrocchia San Paolo. “Tre parole – ha rimarcato don Gianni Sciorra – sono care a me, come a tutti i sacerdoti: preghiera, formazione e servizio. Questa è la Chiesa e in questo luogo si fa esperienza concreta di questi temi”. Rivolto allo speciale ospite della serata, poi, don Gianni Sciorra ha riconosciuto l’alto valore dell’attività svolta all’interno della Cittadella e con l’omonima associazione, che “non a caso nasce a Rondine che, richiamando un volatile spinge lo sguardo verso l’alto e lo rimanda verso il cielo”.
A seguire gli interventi del presidente della Zona A, Ludovico Jasci, che ha portato i saluti di Nicola Jasci, presidente del Lions Club New Century di Vasto, impossibilitato a intervenire all’incontro, dell’avvocato Raffaella Valori, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Vasto e della responsabile del service “Un poster per la pace”, Anna Paola Sabatini, la quale ha tenuto a ringraziare tutti i rappresentanti dei Club Lions e in particolare don Gianni Sciorra, “una presenza straordinaria per tutta la comunità per l’opera meritoria che svolge nella sua parrocchia e fuori”. Anna Paola Sabatini ha poi sottolineato “il contrasto” che emerge nel “parlare di pace e ciò che sta accadendo nel mondo”. In riferimento ai recenti fatti di Parigi, inoltre, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Molise ha rilevato come “nei nostri ragazzi il sentimento che prevale è quello della paura e dello scoraggiamento, quasi che la pace sia un’utopia. Momenti come questo servono a noi per recuperare slancio, perché possiamo essere testimoni di speranza rispetto ai nostri giovani“.
È stato poi il caporedattore di Restoalsud.it, Giuseppe Lanese, ad intervistare Franco Vaccari, ripercorrendo la storia dal recupero del borgo diventato Rondine, la cittadella della Pace, fino alla costituzione dell’omonima associazione. “Questa sera – ha rimarcato Franco Vaccari – mi sentirete pochissimo pronunciare la parola pace, perché dire pace è facile, fare la pace è difficile e c’è il rischio di svuotare la parola del suo valore autentico. A Rondine abbiamo deciso di stare dove, nell’esperienza umana, nasce ‘il nemico’. Lavoriamo sul conflitto, che sia internazionale, personale o intrapersonale”. Lo stesso fondatore di Rondine ha poi spiegato come l’esperienza della cosiddetta “cittadella della Pace” si concretizzi nel passaggio dall’inimicizia all’amicizia: “Selezioniamo giovani provenienti da 20 Paesi che hanno registrato esperienza di guerra recente o attuale e li aiutiamo ad abbattere i muri innalzati da quelle violenze. Al termine dei due anni tornano nel loro Paese con una prospettiva diversa da portare in tutti gli ambiti della vita politica e sociale“. E proprio sulla politica si è concentrata l’attenzione di Franco Vaccari: “Se pensiamo che nell’ambito della politica non ci sia posto per l’esperienza dell’amicizia, dobbiamo smettere di essere educatori. Se noi per primi non siamo convinti che non ci sia spazio dell’attività umana refrattaria al valore dell’amicizia non saremo mai in grado di spingere i giovani verso un percorso di cambiamento che porti a una nuova mentalità e a vedere l’amico in colui che è sempre stato considerato nemico. E solo nel passaggio dall’inimicizia all’amicizia si può costruire la pace“.