Aiutare aziende e lavoratori (soprattutto aspiranti tali) a barcamenarsi nel complesso mondo degli incentivi di sostegno all’occupazione. Questo l’obiettivo dell’incontro promosso dalla Cna nella sede vastese di via L. Umile a Vasto nella serata di ieri. Presenti Silvio Calice, responsabile dell’Apl Cna Chieti, Savino Saraceni, presidente Cna Chieti, Letizia Scastiglia, direttore Cna Chieti, Valentina Di Berardino, del dipartimento Relazioni sindacali Cna nazionale, e Rossana Casasanta, del dipartimento Sviluppo economico e Politiche del lavoro della Regione Abruzzo.
Dopo i saluti di Savino Saraceni, è stata Rossana Casasanta a spiegare potenzialità e limiti di Garanzia Giovani, il piano di sostegno all’occupazione giovanile per il quale la Cna è stata riconosciuta tra gli enti più attivi, soprattutto a livello qualitativo, nella promozione delle misure a disposizione di aziende e giovani. La novità rispetto ai consueti bandi a sostegno dell’occupazione, nel “corredo” che Garanzia Giovani mette a disposizione: “Un tirocinio – ha infatti spiegato Rossana Casasanta – ha senso se non è fine a se stesso, ma viene inserito all’interno di una strategia che non si limita a mettere in contatto giovani e imprese. Rappresentano una soluzione solo se c’è un reale interesse dell’azienda a offrire un’esperienza formativa finalizzata al lavoro e del giovane a vedere oltre la mensilità che riceve”. A seguire, da parte della stessa relatrice, la spiegazione delle varie misure di cui è composta Garanzia Giovani: dalla formazione per l’inserimento, alla formazione professionale, passando per l’accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocinio, servizio civile, autoimpiego e autoimpresa, mobilità professionale e bonus occupazionale. I numeri più consistenti, quelli dei tirocini, per i quali dalla Regione Abruzzo si attende “esiti dignitosi”, anche in prospettiva della stabilizzazione del rapporto di lavoro.
La seconda parte dell’incontro, invece, è stata dedicata al Jobs Act, con Valentina Di Berardino che ha ricordato il percorso legislativo dei decreti attuativi che hanno dato forma alla riforma, nei vari settori, dal riordino dei contratti, alle politiche attive e passive, il sistema sanzionatorio e la semplificazione delle regole sulla gestione dei rapporti di lavoro. Attenzione particolare, naturalmente, è stata riservata al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, il cui relativo decreto ha avuto la finalità di “promuovere il contratto a tempo indeterminato rendendolo più conveniente”. Per renderlo conveniente, però, il legislatore è intervenuto su tre versanti caratterizzanti: la forte riduzione del costo del contratto a tempo indeterminato attraverso l’esonero contributivo previsto in Legge di Stabilità e la deducibilità ai fini Irap, la flessibilità funzionale nella gestione del rapporto di lavoro, con la modifica della disciplina delle mansioni e un nuovo regime sanzionatorio per i licenziamenti illegittimi che esclude l’obbligo di reintegro del lavoratore e riduce il ruolo discrezionale del giudice nell’ambito della determinazione del risarcimento, che dovrà considerare solo l’anzianità aziendale. Inutile ricordare che proprio gli ultimi due punti sono i più criticati dalle organizzazioni sindacali che vedono nel Jobs Act un “passo indietro” rispetto ai diritti acquisiti dei lavoratori.