È partita da alcune segnalazioni relative allo spaccio di sostanze di stupefacenti presso un negozio di Vasto specializzato nella vendita di semi, l’attività investigativa della Squadra Anticrimine del Commissariato di Vasto, che ha portato alla scoperta di una vasta coltivazione di marijuana in un terreno di Bosco Mottice, a San Salvo. Tre ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Vasto, Caterina Salusti, su richiesta del pm, Giampiero Di Florio.
Individuato il negozio, gli operatori dell’Anticrimine hanno avviato l’attività di pedinamento a carico del titolare del negozio, Donato Colombaro, 34 anni, già noto alle forze dell’ordine e al momento delle indagini sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali.
Seguendo i suoi movimenti, gli agenti hanno notato che l’uomo si recava spesso in un agro di Bosco Motticce a San Salvo: “Dopo una serie di servizi di osservazione – ha spiegato il dirigente del Commissariato, il vice questore Alessandro Di Blasio – è emerso che il terreno in questione, intestato ad alcuni parenti dell’uomo, assolutamente ignari dell’attività illecita, era utilizzato per la coltivazione di piante di canapa indiana. Nelle adiacenze è stato scoperto anche un casolare agricolo dove, nel corso degli appostamenti, sono stati avvistati altri due uomini che sistematicamente si recavano sul posto per accudire la piantagione”, successivamente identificati per per M.N., 49 anni, e F.G., 42 anni, cognati del titolare del negozio di Vasto, di cui sono state fornite solo le iniziali, in quanto incensurati. Si trovano ai domiciliari, mentre il 34enne è in carcere.
L’ampia campagna individuata a Bosco Motticce, però, non dava modo agli operatori di proseguire le indagini senza destare sospetti, così sono state istallate telecamere nascoste tra la vegetazione per osservare meglio il comportamento dei tre uomini.
Dopo un primo campionamento, a settembre è scattato il sequestro della piante, del peso complessivo di 300 chili, che sono state estirpate e campionate per gli esami chimici effettuati dal laboratorio dell’Arta di L’Aquila, che hanno evidenziato come le stesse piante fossero giunte alla massima maturazione delle infiorescenze, con un alto livello di principio attivo. “La cessione al dettaglio della sostanza stupefacente – ha precisato Di Blasio – avrebbe fruttato circa 50mila dosi, per un valore di circa 400-500mila euro. Le piante di marijuana saranno ora destinate alla distruzione. I tre sono ritenuti responsabili di illecita coltivazione di sostanze stupefacenti finalizzata al traffico”.