Secondo processo per l’arresto dei due corrieri albanesi della droga, fermati il 13 marzo scorso sul tratto vastese dell’autostrada A14 mentre trasportavano 2 chili e 600 grammi di hashish.
Dopo la condanna per traffico di stupefacenti di Orges Kulla, 28enne condannato dal gup a 6 anni di reclusione, e il passaggio in Appello con la riduzione della condanna a 4 anni ottenuta dagli avvocati Paolo Del Viscio e Giovanni Cerella, ora è la volta di Facuir Domi, 30 anni, albanese residente a Chieti. Entrambi viaggiavano sulla Ford Focus station wagon bloccata otto mesi fa nell’ambito di un’operazione antidroga condotta da 13 poliziotti delle Squadre mobili di Pescara e Foggia, del Distaccamento autostradale di Vasto e del Commissariato di San Severo. Il blitz è scattato alle 17.50 del 13 marzo 2014 al chilometro 438 della corsia meridionale dell’A14.
Sotto al sedile posteriore della vettura gli agenti hanno trovato, in una busta di tela verde, 2,6 chili di eroina suddivisa in 4 panetti, un involucro contenente 80 grammi di marijuana e 5 cellulari con altrettante schede sim.
Oggi si torna in aula alle 16. Kulla testimonierà contro il suo connazionale, cambiando l’iniziale versione dei fatti che aveva fornito agli investigatori: “Dopo essere stati arrestati insieme – racconta l’avvocato Paolo Del Viscio, difensore del 28enne albanese – Kulla inizialmente si era assunto tutta la responsabilità. Successivamente ha rovesciato questa versione dei fatti, dichiarando di aver semplicemente accettato un passaggio nell’auto di Domi. Ha aiutato gli inquirenti a risalire fino al vertice del clan albanese dedito al traffico di droga in Italia. Nel dibattimento di oggi, ripeterà in aula la sua testimonianza”.