Si è concluso con la condanna a 18 anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni il processo di primo grado a carico di Joseph Martella, l’uomo di 57 anni accusato di aver ucciso la compagnia, Daniela Marchi, nell’appartamento che condividevano al secondo piano di un appartamento in via Eduardo De Filippo. Non essendoci state costituzioni di parti civili, non sono stati previsti risarcimenti.
Nel corso dell’udienza, l’imputato ha ripercorso quei tragici momenti dell’8 marzo, cercando di ricostruire, tra l’altro, anche la mezz’ora di “buco” contestata dall’accusa. Il medico legale Pietro Falco, infatti, ha indicato come ora della morte circa mezz’ora prima della chiamata a 118 e polizia effettuata dallo stesso Martella. Lo stesso medico legale aveva anche stabilito le cause della morte, sopraggiunta per strangolamento.
Nell’udienza di questa mattina, che si è conclusa poco dopo le 13,30, il pubblico ministero, Giampiero Di Florio, ha chiesto per Martella 18 anni di reclusione, mentre la difesa ha puntato a sottolineare le ammissioni e i tentativi di soccorso messi in campo dallo stesso imputato. Dopo aver ascoltato accusa e difesa, il gup Caterina Salusti ha accolto le richieste del pubblico ministero, condannando l’uomo a 18 anni di reclusione e comminando anche la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
I difensori del Martella, gli avvocati Massimiliano Baccalà e Alessandro Orlando, si sono riservati di ricorrere in Appello, una volta lette le motivazioni della sentenza di primo grado.