“Sono tutti scappati”. E’ la frase che meglio rappresenta la situazione della vertenza Golden Lady di Gissi. Nella sede della Cgil a Vasto, i tre segretari provinciali dei sindacati impegnati nella vertenza, hanno voluto incontrare la stampa, unitamente a un gruppo di lavoratrici e lavoratori, affinchè “si continui a mantenere accesa la fiammella della speranza”. “Abbiamo chiesto un incontro al Ministero – spiega Giuseppe Rucci, della Cgil – ma sembra non ci sia intenzione di riaprire la vicenda. La mobilità è finita, per i lavoratori è una situazione di disastro totale. Eppure siamo in un momento in cui sembra esserci ripresa del lavoro. Nonostante questo non si trovano soluzioni. Forse perché non le si vogliono trovare?”. L’ultima ipotesi di riconversione, che coinvolgeva la Emarc, azienda dell’indotto Sevel, sembra arenata. “Ma noi non sappiamo cosa sia successo. Perché nessuno ce lo dice?”. Il tutto sotto quello che appare come “un totale disinteresse degli amministratori del territorio”.
Rucci non risparmia nessuno, dai sindaci del territorio ai parlamentari. “Le interrogazioni parlamentari non servono, non sappiamo che farcene. Danno solo visibilità mediatica e chi le fa ma non portano a nulla”. Poi una provocazione. “Visto che le istituzioni da giugno non ci fanno sapere niente, la Regione si prenda la responsabilità, almeno questa, di certificare che la vertenza è finita”. L’ultimo affondo per il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. “Neanche le toccanti parole scritte in una lettera dalla figlia di un lavoratore (LEGGI) sono servite a fargli dire una parola. Questo la dice lunga sul disinteresse rispetto a questa vicenda”.
Franco Zerra, della Cisl, ricorda come siano già due le ipotesi di riconversione (dopo quella farsa con Silda e New Trade) che non hanno portato a nulla. “In questo territorio si sta tornando indietro di 30 anni. Si sta perdendo l’emancipazione femminile, fondata sul lavoro e senza lavoro assisteremo ancora di più allo spopolamento del nostro territorio. La presenza di Lolli ci aveva dato fiducia, ma così non è stato”. La paura è che “si lasci andare nel dimenticatoio questa vicenda” che ad oggi interessa circa 250 persone. “Un numero minore rispetto a quello iniziale che permetterebbe di trovare soluzioni efficaci, se solo ci fosse la volontà”.
A chiudere gli interventi è Arnaldo Schioppa, della Uil. “Oggi c’è un rilancio del settore automotive, tutto ciò che gravita intorno alla Sevel e alla Fiat funziona. Ma invece di portare opportunità da noi l’hanno portata da altre parti senza che nessuno muovesse un dito. Sono tutti scappati”. Il mondo della politica è sotto accusa. “In questo territorio – sostiene Schioppa – non abbiamo forza politica né a livello regionale, né nazionale”. Rucci incalza. “Paradossalmente siamo passati da un’assenza, come quella della giunta regionale durante la presidenza di Chiodi, ad una presenza, quella di D’Alfonso e dei nuovi assessori, che non ha fatto altro che creare false aspettative”.