“Certo pensavate di venire qui, passare qualche ora ad annoiarvi, ma almeno ai convegni potete stare tranquilli senza interrogazioni. E invece no, perché dobbiamo parlare insieme e ho bisogno del vostro aiuto”. Ha messo subito le carte in tavola il colonnello Luciano Calabrò, comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, ieri ospite al convegno dal tema “Mani sicure per il patrimonio e la collettività sociale” tenutosi presso l’Aula magna del polo liceale “Pantini-Pudente” nell’ambito del progetto Hist, Helpers Istituzionali per la Sicurezza sociale del Territorio attuato dal Comune di Vasto e co-finanziato dalla Regione.
Presenti all’incontro moderato dall’assessore alle Politiche sociali Anna Suriani e dall’avvocato Federico Gentilini, l’onorevole Maria Amato, il sindaco di Vasto Luciano Lapenna, gli assessori Luigi Marcello e Marco Marra, e la consigliera Paola Cianci. Per i carabinieri, oltre al colonnello Calabrò, il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia di Vasto, mentre per la polizia municipale presente il tenente Massimo Palandrani. Tra i relatori, Massimo Vassallo, fratello di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica ucciso nel 2010 a seguito di un agguato camorristico, per il FAI il presidente regionale Massimo Lucà Dazio e il capo delegazione di Vasto, Maria Grazia Mancini.
In apertura d’incontro, i saluti e i ringraziamenti dell’assessore Suriani, che ha ricordato anche il ruolo del FAI all’interno del progetto: “Oggi siamo molto attenti alla proprietà privata e poco a quella pubblica; la presenza del FAI, con l’intervento su ‘La salvaguardia delle Identità ambientali e culturali come imperativo morale tra le generazioni e opportunità per giovani’ ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare i giovani su questi aspetti spesso trascurati, con i risultati che purtroppo vediamo con i casi di vandalismo e non solo”.
A seguire, tanti i temi affrontanti con il coinvolgimento degli studenti dal colonnello Calabrò, a partire dall’importanza della prevenzione: “Si dice sempre che bisogna aumentare il numero dei carabinieri sul territorio, ma se si punta sulla cultura della legalità e le nuove generazioni vengono sollecitate in questo senso e a collaborare con tutte le istituzioni, ci sarà sempre meno bisogno di forze dell’ordine. Certo, il Caino di turno ci sarà sempre, non possiamo pensare di sradicare tutto il male dalla terra, ma bisogna puntare sulla prevenzione in un momento in cui non si possono aumentare gli organici e certo non possono essere spostati da altre realtà; per quanto infatti si ponga attenzione al territorio vastese, che si trova certamente in una situazione delicata, non possiamo pensare che vengano spostati uomini da posti come Napoli, Roma o Milano. Le criticità che ci sono qui sono in rapporto alla realtà provinciale e regionale, ma non sono certamente problemi paragonabili a quelli di altre realtà che hanno ancor più bisogno della presenza delle forze dell’ordine”.
Il colonnello Calabrò ha poi sollecitato gli studenti a riflettere sul senso e l’importanza del rispetto delle leggi: “Che le riteniamo giuste o sbagliate, le leggi vanno rispettate. E quando scendiamo a compromessi e non rispettiamo quelle che ci sembrano più innocue da trasgredire, ci avviciniamo sempre di più al livello successivo. Questo non vuol dire che dovete obbedire e basta, senza senso critico, anzi. Potete protestare, potete proporre, indicare i vostri rappresentanti che possono portare le vostre istanze dove si fanno le leggi, ci sono tutti i modi legittimi per cambiare le cose, ma le leggi – nel momento che sono in vigore – vanno rispettate”.
In conclusione del suo intervento, il colonnello Calabrò ha invitato i ragazzi ad agire in prima persona, nel rispetto della legge, per segnalare quello che non va: “Quando assistete a qualcosa in contrasto con la legalità fatevi due domande: se non io, chi? E se non ora, quando? Solo se potrete rispondere a queste due domande, potrete girarvi dall’altra parte e far finta di niente”. Intervenire per la legalità, però, certamente – come spiegato dallo stesso colonnello – non significa farsi giustizia da soli, anche in riferimento a recenti fatti di cronaca nazionale: “In rete e su Facebook si leggono un mucchio di stupidaggini e falsità, non fatevi manipolare. La vita è il primo valore inalienabile. La mafia toglie la vita con una facilità assoluta. Hai ‘sbagliato’? Muori. Ma quanti di voi pensano che se un ladro vi entra in casa sia giusto ammazzarlo? Hai sbagliato, muori. Come d’altra parte funziona con la pena di morte. Al di là della legittima difesa, che deve essere sempre proporzionata, se pensate che sia giusto così e che si può togliere la vita a un uomo disarmato, che pure ‘sta sbagliando’, allora paradossalmente siete molto vicini alla mentalità mafiosa”.
Insomma, niente ricerca di facili consensi nelle alte riflessioni del colonnello Calabrò, che ha catalizzato l’attenzione degli studenti, coinvolgendoli in un dialogo aperto, vivace e articolato, che si è chiuso con un piccolo break.
A seguire, gli interventi dei rappresentanti del FAI su “La salvaguardia delle Identità ambientali e culturali come imperativo morale tra le generazioni e opportunità per giovani” Massimo Vassallo, della fondazione Angelo Vassallo – Sindaco Pescatore Onlus con “Educazione al territorio per lo sviluppo locale: la legalità come condizione per la rappresentatività dei diritti e degli interessi collettivi diffusi” e i risultati e prospettive delle attività educative e di lavoro occasionale accessorio svolte negli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015 in attuazione del progetto HIST, con il tenente Massimo Palandrani della polizia municipale.