È tornato da meno di una settimana da Livigno, dove è stato in ritiro con la nazionale italiana, e già riparte per Ostia, dove svolge gran parte dei suoi allenamenti. Chilometri sulle strade e in vasca sempre con il sorriso sulle labbra e quella gran passione per il suo sport. Nicolangelo Di Fabio, 19enne nuotatore cupellese dell’Esercito e del Team Nuoto Lombardia, ha così iniziato un anno sportivo davvero importante, quello che avrà il suo culmine in quelle Olimpiadi di Rio de Janeiro a cui sogna di partecipare. I 200 metri stile libero restano la sua gara di punta, una distanza da sviluppare anche in ottica staffetta. E poi gli odiati-amati 400 stile, in cui può ancora crescere tanto. Alla viglia del suo rientro a Ostia, Di Fabio è venuto a trovarci nella redazione di Zonalocale.it.
Sei stato a Livigno con altri 11 atleti della nazionale italiana. Com’è andata?
Bene, era la mia prima esperienza in altura. Nei primi giorni facevo molta fatica perchè si respirava poco, ma il tecnico federale che mi seguiva sa come gestire gli allenamenti in altura e quindi ha dosato i miei impegni per non forzare nei primi giorni. E’ stato faticoso ma alla fine è andato tutto bene. Positiva anche l’esperienza di gruppo, visto che, nel mix tra nuotatori esperti e giovani, c’erano i tre migliori d’Italia, Magnini, Pellegrini e Paltrinieri. Con lui c’è un ottimo rapporto visto che spesso mi alleno con lui a Ostia.
Condividere gli allenamenti e il ritiro con atleti che hanno segnato la storia recente del nuoto italiano e mondiale che sensazioni ti ha dato?
Magnini è un esempio di atleta, si allena tantissimo, in vasca è inarrestabile. Ha una incredibile forza di volontà e sono rimasto davvero stupito di quanto lavori in allenamento. Vederlo arrivare stremato a fine giornata, perchè ha dato tutto ciò che poteva, è uno stimolo incredibile. E la Pellegrini fa ancora di più, è davvero una tosta. Sono due esempi di atleti. Filippo è anche il nostro capitano, è molto simpatico, scherza tanto, si sta bene con lui.
Sei ripartito con questo raduno dopo alcuni mesi segnati da qualche difficoltà. Cosa non è andato per il meglio in questa stagione? Hai avvertito eccessivamente il peso degli esami di maturità?
La fine del 2014 era andata molto bene, poi sono un po’ calato. Forse, dopo i successi di Doha, mi aspettavo di fare chissà cosa, forse ero troppo sicuro di me. E così è andata male agli Assoluti di Riccione. Al Settecolli, in effetti, ho avvertito molto la pressione della maturità da affrontare la settimana successiva. Ero lì con i libri e pensavo solo all’esame. Poi, però, ad agosto ho disputato la Coppa del Mondo ed è andata bene.
Hai sempre dato molta attenzione allo studio oltre che al nuoto. Terminato il liceo scientifico che scelta hai fatto?
Sono iscritto ad Ingegneria biomedica ad Ancona, l’impostazione dei corsi mi permette di studiare senza frequentare tutte le lezioni. Mi sarebbe piaciuto molto fare Medicina, ma conciliare quel tipo di facoltà con il nuoto era davvero molto difficile. Ho trovato il giusto compromesso con Ingegneria biomedica.
Inizia l’anno olimpico. Se il sogno ultimo di questi dieci mesi si chiama Rio ci sono degli appuntamenti che saranno necessari per fare i tempi di qualificazione.
Prossimamente sarò in gara a Parma e poi al Gran Premio d’Italia. Non credo di riuscire a fare già i tempi per gli Europei in vasca corta ma punto ad essere tra i primi quattro agli Assoluti Primaverili, così da qualificarmi agli Europei di maggio 2016 a Londra, ci tengo molto, anche perchè mi è dispiaciuto non essermi qualificato per i Mondiali di Kazan. Però credo che ogni tanto faccia anche bene prendere questi “colpi”, serve a crescere.
C’è comunque tanta fiducia nei tuoi confronti, resti nel giro azzurro e i tecnici ti seguono sempre con molta attenzione.
La Federazione mi sta sostenendo, mi ha permesso di fare dei periodi a Ostia, seguito dal tecnico di Paltrinieri, lì ci sono anche preparatore atletico, fisioterapista e anche il biomeccanico, oltre a uno psicologo. Il gruppo di allenamento è stimolante, c’è un bell’ambiente. Sono lì diciamo per un 60% del mio tempo, per la restante parte sono a casa e mi alleno nella piscina di Vasto seguito, come sempre, da Domenico D’Adamo.
Il nuoto è uno sport individuale ma la dimensione della squadra, in occasione di collegiali e gare, assume una certa importanza. Tu come vivi questo aspetto della vita sportiva?
Si sta bene insieme, quando sei stanco e vedi l’altro accanto a te trovi comunque la forza di andare avanti, cerchi sempre di fare il massimo, ogni allenamento diventa quasi una gara. Poi quando arrivi puoi parlare, confrontarti. Soprattutto in ritiro trascorri il tempo libero con altre persone che hanno la tua stessa vita e le tue abitudini ed è molto positivo.
Da quest’anno sono cambiate le tue abitudini di vita. Con la conclusione del liceo puoi essere atleta nella tua completezza. Come ti trovi con questa nuova vita?
Mi piace, non ho più l’ansia della scuola, di andare a dormire tardissimo o dovermi alzare presto per studiare e recuperare il tempo dedicato agli allenamenti. Una volta organizzata la giornata in un determinato modo, riesco bene a tenere quel ritmo. Ho anche molto più tempo libero nonostante dedichi almeno 2-3 ore al giorno allo studio. Sono anche divenuto più autonomo, ho la macchina per gestire i miei spostamenti, va tutto molto meglio.
Hai sempre avuto un forte legame con i tuoi compagni di classe, che spesso venivano a seguire le tue gare in giro per l’Italia. Ora vi mancherà il rapporto quotidiano.
Siamo tutti divisi e in giro per l’Italia. Ci sentiamo spesso, quelli che studiano a Roma ho l’occasione di vederli. Con gli altri ci troveremo durante le vacanze di Natale. Ho conosciuto anche altri ragazzi all’università ad Ancona, vediamo come va. Poi c’è la mia ragazza, Sara, che studia a Chieti e con cui, per fortuna, riusciamo a vederci spesso.
Hai il timore di sentire troppa pressione addosso in questa stagione in cui si punta alla conquista di un pass olimpico? Magari più da te stesso che dall’esterno?
Non lo so. Sicuramente quest’anno ho subito un po’ di pressione ma, una volta che capisci come vanno le cose, sai anche come gestirla. Pensando all’occasione importante che si presenta davanti nei prossimi mesi e sapendo come vanno determinate cose posso solo pensare a dare il massimo e fare bene. Ora sono convinto di essere sulla strada giusta, ho tutto a disposizione e devo solo lavorare tanto.