Continuano le indagini dei carabinieri coordinati dal maggiore di Vasto Giancarlo Vitiello sulle due auto incendiate a Gissi la notte scorsa [l’articolo]. Sul dolo ci sono pochi dubbi, restano da accertare i motivi del gesto.
L’attenzione è alta: Gissi – poco meno di 3mila abitanti – è un territorio sensibile, centrale negli ultimi anni in diverse operazioni antidroga (Triangolo, Pipistrello, Tramonto, Adriatico) e nella prima contestazione in Abruzzo del reato di associazione mafiosa (operazione Adriatico, febbraio 2014) che hanno toccato anche altre località del Vastese [l’articolo].
Tutte vicende che hanno visto implicato Lorenzo Cozzolino, originario di Cercola (Napoli) ma da anni a Gissi, ritenuto dagli inquirenti “elemento di primaria importanza di una fazione scissionista del clan Vollaro”, oggi detenuto in località segreta.
È presto per dire se c’è qualche legame tra il rogo d’auto e gli episodi di criminalità degli ultimi anni. L’Opel Corsa e la Fiat Multipla danneggiate dal fuoco (il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio) pare siano di proprietà dei genitori di uno dei 63 imputati dell’operazione Tramonto (2012), L.S. (di origine napoletana) all’epoca 21enne e ora non più residente a Gissi.
Gli inquirenti non lasciano nessuna ipotesi esclusa; le verifiche sono ancora in corso per capire se può trattarsi di un atto intimidatorio o di una ritorsione indiretta nei confronti del giovane.
Agostino Chieffo, sindaco di Gissi, invita le forze dell’ordine a mantenere alta l’attenzione: “Se si tratta di un atto doloso è preoccupante, per questo chiedo ai carabinieri di far luce il prima possibile. I proprietari delle auto sono due onesti cittadini, lavoratori che non hanno mai dato problemi“.
L’ultimo caso simile nel comune della Val Sinello risale al primo febbraio del 2014 (qualche giorno prima che scattassero gli arresti dell’operazione Adriatico), 2 auto (una di un commerciante) in fiamme anche allora, ma in distinti roghi nella stessa notte.
Che l’entroterra vastese non fosse immune dagli attentati incediari è cosa nota. Il 5 agosto del 2014 un altro grave episodio a Furci: l’auto dell’avvocato Rosanna Colamarino fu distrutta dal fuoco [l’articolo]. La proprietaria fu poi dichiarata “obiettivo sensibile da proteggere e vigilare” dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.