Si firma “ennesima figlia/vittima della crisi economica”, è Caterina Coppola di San Salvo che da anni conosce bene il dramma degli ex lavoratori della Golden Lady di Gissi. Suo padre, Nevio, è uno dei circa 380 dipendenti lasciati a piedi; come altri sfortunati colleghi, ha vissuto la fase della riconversione-bluff intuendo il suo naufragio ben presto grazie all’esperienza nella New Trade (dipendenti licenziati dopo 20 giorni e azienda finita nel mirino di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze).
Lo stallo creatosi dopo il periodo caldo dei presidi notturni dura ancora oggi. La Emarc, di cui doveva “solo” essere ufficializzato l’interesse per sito e lavoratori, non è più pervenuta; il piano industriale pare non sia più arrivato in Regione.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico Giovanni Lolli – che pure aveva sottolineato più volte di restare con i piedi per terra per non cadere in facili illusioni – sull’argomento mostra un certo nervosismo.
Il presidente Luciano D’Alfonso, dopo aver sostato davanti ai cancelli della Golden Lady, con i suoi spot elettorali continua sulla stessa falsariga. Nell’incontro di San Salvo di un mese fa (18 settembre scorso), intervistato sull’argomento disse “Non lasceremo sole le donne della Golden Lady” [guarda il video]. Ad oggi, però, sulla vicenda c’è ancora un silenzio disarmante.
Caterina Coppola così ha deciso di indirizzare una lettera al presidente per denunciare il disagio degli ex lavoratori della Golden di fronte a una situazione ormai bloccata da anni. Quasi tutti i lavoratori sono ormai senza reddito a causa della fine degli ammortizzatori sociali. Un disagio ancor più insopportabile se si pensa alla passerella elettorale della passata primavera (pur essendoci stata in risposta a un invito dei sindacati) della quale restano solo gli slogan [l’articolo].
Di seguito, il testo della lettera
Salve Presidente D’Alfonso.
Sicuramente lei non mi conoscerá, ma io, come tante altre persone che vivono in Abruzzo, conosco lei e soprattutto ricordo bene le promesse che chi riveste un ruolo come il suo, è solito fare durante le varie campagne elettorali. Ho 22 anni compiuti da neppure un mese e il mio futuro è praticamente nero, a volte mi chiedo se abbia senso o no che la nostra generazione continui a sopravvivere, perché è di sopravvivenza che si parla, non di altro, visto il futuro che la SUA di generazione ci sta riservando.
Mio padre è un ex lavoratore Golden Lady che da 3 anni ha perso il lavoro, viviamo con una paga ben sotto la dignità e lei forse ne è largamente a conoscenza se segue le vicende riguardanti questa azienda che ha preferito sfruttare manodopera altrove. Mio padre le scrive sulla sua pagina ufficiale e non solo da più di 70 GIORNI. In questi 70 giorni se lei avesse minimamente considerato quelli come mio padre, le cose sarebbero cambiate e io non sarei qui a scrivere questa lettera, che solo Dio o chi per lui, sa quanto mi pesa scrivere.
Non le sto scrivendo per ricevere in cambio compassione o “pena” neppure pietas latina, delle vostre parole di conforto ne abbiamo abbastanza. Io ho bisogno di qualcuno che assicuri alla mia famiglia e a tante altre di non finire in mezzo ad una strada, perché sa signor D’Alfonso, mentre lei è lí seduto sulla sua poltrona a ignorare l’ennesima richiesta di aiuto, ci sono persone, che non sanno come garantire tra non troppi giorni, un’esistenza serena ai propri figli. Io non faccio parte della schiera dell’italiota medio che accusa il vicino siriano in cerca di asilo politico, io ACCUSO TUTTI VOI, tutti quelli che come lei dovrebbero dover dire “accidenti, se di fianco al mio nome c’è scritto Presidente, un motivo ci sarà”.
Io non mi sento di accusare un uomo che fugge da una guerra, perché anche io al posto loro fuggirei, eccome se fuggirei! Fuggirei perfino da questo Paese che tanti dei politicanti hanno reso la barzelletta del mondo. Non sono laureata, non vengo da una famiglia di politici ma in quanto a dignitá credo di averne piú io (mia famiglia compresa) che tanti di voi tutti uniti nella stessa stanza, perché come diceva il buon Totó “Signori si nasce” e nell’animo davvero pochi di voi possono essere definiti tali.
Vorrei che per una volta le promesse fatte in campagna elettorale diventassero realtà,tanto per il gusto di poter dire “Sí, quel politico l’ho votato io e sono fiera di averlo fatto”, invece ad oggi mi rifiuto di accedere al diritto di voto. Sono populista? Mi definisca anche in questo modo, onestamente preferisco questo appellativo ai tanti ai quali invece sono affiancati tanti di voi, poiché al mattino quando mi sveglio, so almeno di non essere la causa della disperazione di qualcuno. Voi sí,siete la causa della disperazione di tante persone. Quante promesse mantenute finora? ZERO. Quante persone aiutate? ZERO. Quante illusioni regalate? MIGLIAIA.
So bene che il valore della poltrona è più alto di quello di un posto di lavoro garantito a terzi, eccome se lo so. Mi chiedo sempre se quelli come lei, riescano a dormire la notte. Io non ci riesco e mi creda, nella vita non ho mai provocato disagi di mia volontà a terzi. Come vi sentite quando i notiziari diffondono la notizia di un padre che ha preferito versarsi una tanica di benzina addosso piuttosto che dire ai figli “vostro padre non può garantirvi una vita dignitosa”? COME SI SENTE LEI? MI RISPONDA E SE NON VUOLE FARLO, ALMENO CI PENSI.
Io provo rabbia e malessere pur non essendone la causa. Faccia leggere anche questa lettera al migliore degli avvocati, accusi me di oltraggio o di diffamazione, ma ricordi che io al contrario suo, ho saputo espormi, io (come tanti altri) non sento la sua voce da mesi ormai. Non temo di finire in un tribunale, perché preferisco lottare e urlare il mio sdegno piuttosto che continuare a seguire un gregge umano imbarazzante e ridicolo, capace di protestare soltanto per due ridicolissime partite di calcio. Preferisco finire nei guai piuttosto che continuare a obbedire ad una societá che non rispecchia neppure la parte piú oscura del mio “io”.
Tornando sulla situazione GOLDEN LADY (lo scrivo a caratteri cubitali così magari le ricorda qualcosa) ricordo ancora come qui a San Salvo ha liquidato l’intera situazione: “il mio sostegno va alle donne della Golden Lady”. Cosa significherebbe esattamente? Sappia che gli uomini e le donne della Golden Lady non nutrono i propri figli con il suo sostegno e onestamente non riescono neppure a pagarci mezza bolletta della luce. Trasformate le vostre parole in fatti e quelli come me, forse, cesseranno di vergognarsi di essere italiani. Pensate che dalla parte opposta un giorno potreste esserci voi o qualcuno a voi caro.
RIPETO: a quelli come mio padre, non servono parole ma dimostrazioni. Le parole le lasci agli oratori, lei non è un oratore ma un Presidente di regione. Io e la mia famiglia a dicembre saremo forse senza piú nulla, ma una cosa sono certa che non ce la porterete via, ossia la DIGNITÁ, cosa che a tanti di voi è tuttora oscura. Ora decida lei Presidente, la mia non é una preghiera, è pura indignazione,perché il lavoro non si elemosina, è un diritto ancor prima di essere un dovere e se lei dovesse mai differire, sappia che sta buttando al vento tanti anni di lotte per i diritti civili. Non credo le serva una laurea per capirlo, anche se credo lei ce l’abbia, perché come vede anche io, con un misero diploma di scuola superiore l’ho compreso.
Distinti saluti
Caterina Coppola,ennesima figlia/vittima della crisi economica.