A un mese di distanza dalle inarrestabili fiamme di Liscia [l’articolo], nel nero-carbone inizia a far capolino qualche macchia di verde. La vegetazione spontanea sta interrompendo la monotonia cromatica lasciata dal passaggio del fuoco. Si tratta, però, di piantine ed erba; per gli alberi c’è ancora tanto da fare, a partire dalla conta dei danni. 150 gli ettari in fumo.
Ieri siamo tornati nella pineta di colle San Giovanni distrutta dal fuoco insieme al sindaco Donato Di Giacomo che sta portando a termine il lungo elenco dei danni: “La pineta e il ristorante sono i danni maggiori. Il proprietario ha avuto una forza di volontà immensa per riaprire a distanza di un solo mese [l’articolo]. Nella conta però ci sono anche campi coltivati, ulivi ecc. C’è anche una tartufaia di un ragazzo che aveva deciso di fare questo investimento”.
La pineta colpita risale al 1952, quando i primi alberi furono piantati sul colle che sovrasta il piccolo centro abitato. Si possono distinguere due parti: una sul punto più alto e una più vicina al paese (dove c’è il ristorante). Quest’ultima lo scorso 17 settembre sembrava dovesse salvarsi. Verso le 14.30, invece, la situazione è peggiorata a causa del vento mettendo a rischio anche alcune abitazioni. La violenza delle fiamme sospinte dalle raffiche ha “cristallizzato” gli scheletri degli alberi che ora appaiono piegati da un vento eterno.
La volontà è quella di ripiantare gli alberi almeno nella zona vicino al paese. Allo scopo è nato un comitato che aprirà un conto corrente per raccogliere fondi. Prima di tornare ad ammirare il bosco passeranno ancora tanti anni.
Degli altri alberi carbonizzati si deciderà prossimamente il futuro; la vicenda ha anche risvolti sulla sicurezza del luogo. Con le radici ormai bruciate, gli alberi potrebbero cadere sulla strada sotto l’azione delle intemperie.
Di Giacomo lavora a Guilmi, quotidianamente attraversa la pineta e per lui ogni mattina è un colpo al cuore: “Dopo un mese non mi riprendo ancora dallo shock di quel giorno. A passare qui mi piange il cuore”. Un piccolo sollievo è dato dalla solidarietà degli altri Comuni: “È stata enorme. I colleghi sindaci si sono messi a disposizione per qualsiasi necessità. Li ringrazio profondamente”.
Per il giovane primo cittadino di Liscia l’incendio di un mese fa rappresenta un evento drammatico che marchierà indelebilmente il suo primo anno e mezzo da sindaco (oltre alla storia di tutta la comunità). Non fa fatica ad ammetterlo, ma conclude con una promessa: “Sicuramente lo ricorderò per sempre. Nel primo anno del mandato un evento simile ti segna, ma ora io sono il sindaco di questo piccolo paese e farò tutto quello che posso“.