In base a una consuetudine istituzionale, le forze politiche di opposizione si sarebbero dovute astenere dal votare il vice presidente del Consiglio comunale che spetta alla maggioranza. Così come, nel 2011, la maggioranza si è astenuta, consentendo alla minoranza di eleggere l’altro vice presidente, Francescopaolo D’Adamo, ancora in carica ed espressione del centrodestra.
Giuseppe Forte, presidente del Consiglio comunale, accusa di scorrettezza i rappresentanti dell’opposizione dopo la seduta di ieri, in cui è finito tra polemiche e malumori lo scrutinio segreto da cui è uscito vincitore Simone Lembo (Pd), che ha ottenuto 12 preferenze, su Elio Baccalà (indipendente di centrosinistra), che si è fermato a quota 10. Un voto che ha lasciato strascichi polemici soprattutto nel centrodestra e nelle liste civiche ad esso riconducibili.
“Quanto è accaduto ieri in Consiglio vomunale a Vasto – commenta Forte – merita di essere raccontato per intero, cronologicamente, per fare chiarezza e riportare sui binari della correttezza istituzionale il rapporto che deve contraddistinguere il ruolo affidato alla maggioranza e quello che spetta alla minoranza.
Com’era noto già da qualche settimana, il Consiglio era stato chiamato ad eleggere il vice presidente vicario del Consiglio comunale, quale espressione della maggioranza che amministra la città, a seguito della decadenza dalla carica di consigliere di Luigi Marcello chiamato dal sindaco Lapenna a far parte della Giunta municipale.
L’altro vice presidente, espressione della minoranza, è il consigliere Francesco Paolo D’Adamo, eletto in occasione della prima riunione tenuta dal Consiglio comunale subito dopo la elezione del giugno 2011.
Nelle precedenti due sedute la maggioranza non era stata in grado di trovare una soluzione giacché i consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà indicavano come candidato alla carica di Vice Presidente del Consiglio Elio Baccalà (eletto nella lista dell’Idv), oggi unico consigliere del gruppo misto presente in Consiglio Comunale.
I consiglieri del Partito Socialista Italiano proponevano il loro collega Corrado Sabatini.
Non riuscendo a trovare una sintesi tra le due candidature il sindaco si vedeva costretto a ritirare il punto all’ordine del giorno suscitando l’ilarità dei consiglieri di minoranza.
Ieri, quindi, l’argomento, posto al primo punto dei lavori, doveva essere affrontato e risolto.
La consuetudine nei rapporti istituzionali tra le diverse formazioni politiche da sempre vede la non partecipazione al voto, la scheda bianca o l’uscita dall’aula da parte dei consiglieri comunali non interessati al voto. Cosa che è avvenuta regolarmente nel 2006 e nel 2011″.
Ieri, “però, vi è stato il colpo di scena, la novità. Alcuni consiglieri del centrodestra, pensando di poter sfruttare a loro favore questa opportunità, mettendo in crisi la maggioranza, nei giorni scorsi intessevano un fitto rapporto con qualcuno che in Consiglio siede dalla parte opposta, ovvero sui banchi della maggioranza.
L’obiettivo qual era? Eleggere Elio Baccalà con i 3 voti di Sel e dello stesso Baccalà ed aggiungendo i voi dei vari Desiati, Sigismondi, Bischia, Del Prete, D’Alessandro, Della Porta e via dicendo. L’obiettivo, a risultato conseguito, li avrebbe autorizzati a dire: avete visto? Abbiamo eletto noi il vice presidente della maggioranza.
Una soluzione che avrebbe potuto avere pesanti ripercussioni all’interno della coalizione che governa la città.
Dinanzi al ritiro della propria candidatura fatta da Corrado Sabatini e dinanzi alla persistente volontà di SEL di eleggere Elio Baccalà, il resto della maggioranza decideva di tagliare la testa al toro proponendo e votando un terzo candidato: Simone Lembo, espressione del Pd.
Da notare che Elio Baccalà ricopriva e ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Costituzionali, mentre Lembo, fino ad oggi, aveva solo la carica di consigliere comunale.
Lembo è stato eletto con i voti dei 7 consiglieri del Partito Democratico, con i 3 voti dei consiglieri del Psi con il voto di Nazario Augelli, subentrato in consiglio allo stesso Luigi Marcello, e con il voto (ammesso e dichiarato alla stampa) di Guido Giangiacomo (Forza Italia).
Al momento della votazione non erano presenti in aula Antonio Monteodorisio (FI) – uscito dall’aula nella consapevolezza che quel voto spettava solo ai consiglieri di maggioranza -, Francescopaolo D’Adamo e Massimiliano Montemurro assenti ai lavori odierni.
Il risultato è stato che Simone Lembo è stato eletto con 12 voti. Baccalà di voti ne ha ottenuti 10.
Il giochino, quindi, non è riuscito. Ed ecco allora – sottolinea Forte – interventi in aula in omaggio al giubilato, ritenuto persona molto affidabile, seria e responsabile (anche gli altri consiglieri comunali hanno queste qualità) e panegirici fatti nel tentativo, non riuscito, di far passare la fallita operazione come uno stimolo per la maggioranza. Il tentativo di inciucio non è riuscito.
Resta, però, il vulnus creato da questa votazione che contrasta palesemente con i ruoli assegnati ai consiglieri di maggioranza ed a quelli di minoranza.
Il che significa che i ruoli assegnati dai regolamenti alle due forze che si contrappongono all’interno del Consiglio Comunale verrebbero stravolti. Si giungerebbe ad avallare l’ingerenza nelle scelte che competono ai consiglieri di maggioranza ed a quelli di minoranza.
Il che – afferma Forte – non è corretto ed accettabile”.