“Non esiste un regolamento comunale che autorizzi la Giunta comunale ad adottare iniziative tese a ridurre l’impatto delle tariffe del trasporto scolastico che andrebbero a incidere in maniera pesante sul bilancio”. La maggioranza di centrodestra del Comune di San Salvo replica alle accuse di superficialità mosse dall’opposizione [l’articolo].
“Mancano, inoltre, criteri di individuazione dei singoli casi in cui il reddito familiare sia tale da richiedere un aiuto pubblico – continua in una nota il Comune di San Salvo – Ma l’aspetto più rilevante è far notare che se la mozione fosse stata approvata, avrebbe creato situazioni di disparità fra chi ha sempre pagato l’abbonamento e chi invece, per la vicinanza della scuola, ha preferito andarvi a piedi”.
Al centro della disputa c’è il trasporto scolastico che per un anno dovrà essere pagato anche dagli studenti abitutati a raggiungere l’edificio di via Scopelliti a piedi. In attesa della fine dei lavori di adeguamento sismico, l’anno scolastico si svolgerà nella sede provvisoria di via Pertini [l’articolo], più lontana dal centro della città.
Sullo stesso argomento, come al solito, è più dura la risposta delle liste a sostegno di Tiziana Magnacca (Forza Italia, Lista Popolare, San Salvo Città Nuova): “La sinistra a San Salvo non ha argomenti da presentare ai cittadini se non quelli del populismo spiccio. Lo ha dimostrato cercando il clamore sulla questione dei trasporti con una mozione che è antidemocratica e discriminatoria oltre che palesemente inammissibile. In consiglio comunale le liste dei sinistra hanno fatto l’ennesimo show ricordandosi solo adesso del pagamento degli autobus pubblici per il trasporto degli studenti. Forse perché qualcuno di loro deve ora forse pagare l’abbonamento. Hanno dimenticato che sono stati per decenni a gestire il Comune di San Salvo e su questo aspetto non si sono mai preoccupati di fare nulla. Non si sono mai preoccupati dei tanti ragazzi che dalla 167, dalla zona di via Ripalta, delle piscine, sono sempre stati costretti a prendere l’autobus. È vero: non esistono studenti di serie A e di serie B, ma la mozione delle minoranze avrebbe creato disparità di trattamento tra le famiglie. È inoltre necessario verificare i presupposti per riconoscere l’aiuto pubblico, visto che è tutta la città poi a dover pagare le esenzioni”.