“Per Vasto, che ristagna nella recessione e in una fatalistica rassegnazione, urge una mobilitazione civica. Il destino della nostra città non può essere il declino”. Inizia così il manifesto intitolato Unione per Vasto-Un patto per la città. Ha tutta l’aria di essere l’atto fondativo di un movimento politico che potrebbe sfociare in una lista civica in grado di gareggiare alle prossime elezioni amministrative con cui, nella primavera del 2016, i vastesi sceglieranno il nuovo sindaco.
In quel manifesto bianco e rosso molti vedono la mano di Giuseppe Tagliente.
Sindaco nel 1993 per alcuni mesi e poi, dopo l’annullamento delle elezioni e una breve fase commissariale, nuovamente primo cittadino dal 1994 al 2000, Tagliente è stato consigliere regionale dal 2000 al 2014 e successivamente candidato sindaco nel 2006, sconfitto da Lapenna al ballottaggio.
Per lui, dopo Rinnovare (1993) e il Comitato civico (2006) sarebbe il terzo movimento politico di cui è fondatore. Il condizionale è dettato solo dalla prudenza. Ai suoi fedelissimi Tagliente avrebbe confermato di voler essere della partita elettorale. Forse non come candidato sindaco, ma non vuole rimanere fuori dalla competizione. La campagna di Unione per Vasto è iniziata nelle scorse ore tramite Facebook e indica già una sede, in viale D’Annunzio numero 81, in cui ritirare i moduli per sottoscrivere il manifesto, oltre a un indiritto e-mail: [email protected]. A spingere per il lancio dell’iniziativa è anche lo stesso Tagliente, che sta invitando su Facebook i suoi amici a cliccare “Mi piace” sul neonato profilo di Unione per Vasto.
Il manifesto – “Proponiamo – si legge nel documento, per ora firmato genericamente da I Promotori – di dar vita a una alleanza civica nella quale trovino spazio le migliori espressioni di valore e di competenza presenti sul territorio con il compito di ripensareil futuro della città e selezionare la classe dirigente affidabile e preparata che manca”. Unione per Vasto si propone di essere un “ideale patto federativo tra le generazioni, le categorie intellettuali, sociali e produttive, i movimenti e le associazioni” e “l’auspicio è che, alla vigilia dell’appuntamento elettorale per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale, possano prevalere l’impegno civico sulle strette logiche di appartenenza; il pluralismo sul personalismo; il dialogo sulle pregiudiziali ideologiche; il buon senso sul velleitarismo e la protesta fine a se stessa; il sapere sull’improvvisazione”.
I candidati – A otto mesi dal voto, Vasto è già piombata in campagna elettorale. Nel centrosinistra, Angelo Bucciarelli ha lanciato la sua candidatura alle primarie con cui gli elettori sceglieranno il candidato sindaco. Altri potenziali candidati non sono ancora usciti allo scoperto. Nel fronte opposto, Massimo Desiati, che ha formato una coalizione dal nome Vastoduemilasedici con l’intento di oltrepassare il recinto del centrodestra. Prima che venisse diramato sui social network il file di Unione per Vasto, Desiati in mattinata aveva lanciato un appello: “Non è più il tempo in cui badare ad utilità di parte o, peggio, a personalismi. Vasto ha estrema necessità di persone che, sinceramente, col cuore e col cervello, vogliano costruire insieme e non dividere per primeggiare. Non possiamo correre il rischio di riconsegnare Vasto a chi l’ha amministrata fino ad ora ed è per questo che, senza ritrosie e titubanze, è necessario procedere all’unificazione delle forze alternative”. E, intanto, sabato scorso Angela Pennetta ha tenuto il suo primo incontro pubblico da candidata a sindaco per il suo raggruppamento civico.
Divisioni – Dunque, opposizioni ancora divise a Vasto. E, per quanto vogliano puntare su un voto trasversale, vengono in buona parte dal centrodestra e rischiano ora di frazionare i voti, contendendosi lo stesso bacino elettorale. E’ uno degli elementi su cui fa affidamento il centrosinistra per tentare di vincere per la terza volta consecutiva. Non è detto che basti. C’è Movimento 5 Stelle, che potrebbe raggranellare un ampio bottino di voti nell’elettorato deluso dalla sinistra e tra coloro che non ne possono più delle spaccature a destra.