Saranno ulteriori esami istologici a chierire definitivamente le cause della morte di Emrima Sonko, il 19 proveniente dal Gambia morto a seguito di un malore nel centro di accoglienza temporaneo di Schiavi d’Abruzzo (qui l’articolo).
“Il Consorzio Matrix, in qualità di Ente Gestore dei Centri Temporanei di Accoglienza sorti nella Provincia di Chieti, – sottolineano dalla cooperativa – oltre ad esprimere il suo cordoglio per quanto accaduto in questi giorni presso la Struttura di Schiavi d’Abruzzo, vuole manifestare la non indifferente commozione provata dinnanzi al gesto spontaneo di solidarietà e imprescindibile umanità mostrata da tutta la popolazione schiavese, nonché dai colleghi operativi nella suddetta struttura“.
Il riferimento è alla raccolta fondi avviata per il rimpatrio della salma, ma dallo stesso consorzio precisano: “Di certo gli operatori del centro, scossi e disorientati dall’accaduto, e i generosi cittadini di Schiavi non potevano sapere che la normativa prevede che la Prefetture rimborsano le spese di rimpatrio delle salme e che il Consorzio Matrix in quelle ore difficili aveva già concordato tutte le procedure necessarie per il rimpatrio dell’ospite proprio di concerto con la Prefettura di Chieti”.
Per questo, “la donazione pervenuta autonomamente dalle persone che hanno espresso il loro sostegno e la vicinanza alla famiglia del defunto, verrà inviata eventualmente alla stessa o comunque utilizzata per opere di solidarietà rivolte alle persone migranti da concordare proprio con i benefattori e della quale sarà data opportuna contezza. Si rinnova la gratitudine per il gesto completamente spontaneo della popolazione locale, un gesto con più significati, perché per gli addetti ai lavori non vuol dire solo vicinanza ad una famiglia lontana e con modeste risorse, cui verrà dato l’onore di poter ri-accogliere il proprio figlio nella sua Terra, ma anche vicinanza agli ospiti e a chi lavora con loro, compagni di viaggio di Ebrima, che in questi giorni sono stati ahimè bersaglio di chi non ha il minimo rispetto per la dignità degli esseri umani, alimentando soltanto il pruriginoso di chi cerca il “trash autentico” a tutti i costi e confermandosi ridicolo”.
“Le persone che direttamente o indirettamente ci hanno contattato in questi giorni, con i loro gesti, – concludono dalla cooperativa Matric – ci ricordano quanto sia dignitoso il popolo italiano e il vero significato dell’accoglienza. Lo straniero fa paura se non lo si conosce, ma gli schiavesi non hanno avuto paura di entrare in contatto con la popolazione migrante e questi ragazzi sono diventati loro fratelli e loro figli. E la loro attenzione alla vita della Struttura lo dimostra”.