Lorenzo Ilari – che già frequentava la pineta colpita dal rogo – ci ha inviato un toccante pensiero su quanto resta su colle San Giovanni e alcune foto scattate domenica scorsa, quando l’arrivo dell’autunno ha contribuito a dare un’aria ancor più malinconica alle zone coinvolte dall’incendio.
C’è un suono che non riesco a dimenticare, quello delle auto che passano con la prima marcia e un filo di acceleratore per guardarsi intorno con i finestrini mezzi scesi, forse perchè fuori piove, o forse perchè c’è paura di guardare la scena per intero. Poi il nulla, la pioggia che cade e il vento. Le foglie sono tutte giu, morte, alcune sembrano ardere ancora per un autunno che quest’anno a Liscia è arrivato senza prendere forma. C’è, però, l’inverno nelle menti e negli sguardi di chi passa. Il nero cade su tutto, sull’erba, sulle strade, sui sassi, su quei fusti immobili che prima erano alberi, sugli scheletri delle panchine, sulle siepi e sugli spazi che prima ci rendevano inspiegabilmente felici.
In natura, per l’occhio distratto e poco sensibile, non ci sono chiare ricompense, né dure punizioni, ma per lui come per tutti ci sono sempre gravi conseguenze.
E vivo con una frase di Gary Snyder in mente che sembra semplice, quasi banale: “La natura non è un posto da visitare. È casa nostra”.