L’emergenza è finita, la conta dei danni no. A Liscia, con il fuoco ormai lontano, ma indelebile ricordo [l’articolo], si osserva quello che rimane dopo il passaggio delle fiamme.
Ieri, nel primo pomeriggio, la situazione è diventata difficilissima. Una staccionata carbonizzata all’interno del paese è li a testimoniare quegli attimi. Stalle e rimesse agricole sono andate in fumo; gli animali sono stati salvati prima dell’arrivo del fronte dell’incendio o lasciati liberi di fuggire.
Il ristorante I 5 tigli, immerso in quella che un tempo era la pineta di Liscia oggi cenere [le foto], apprezzato non solo dai residenti, ha subito i danni più gravi. Durante la prima fase del rogo, la struttura non sembrava in pericolo. Verso le 14.30, con il cambio di direzione del vento anche il rinomato locale è stato circondato dal fuoco.
I danni non sono evidenti esternamente. Bisogna entrare. La controsoffittatura di cucina, bar e sala piccola si è sciolta con l’eccessivo calore, nella sala più grande si è deformata. Le luci hanno avuto la stessa sorte; l’arredamento rovinato. Nel bar le numerose sciarpe delle squadre di calcio sono tutte annerite. Il cortile, così come il bosco intorno, è cenere. Bruciate anche alcune piccole strutture esterne.
Giuseppe Di Santo, il titolare, è affranto, ma non rassegnato. «14 anni di lavoro – dice – svaniti in pochi minuti. Qui sembrava che il fuoco non arrivasse, ma alle due e mezza è andato tutto distrutto. I danni sono ingenti, tra le 50 e 60mila euro».
E ora? «Ora ricomincerò da zero – risponde – Ho sempre lavorato. Questo posto l’ho sempre curato, nel corso degli anni ci avrò investito oltre 200mila euro. Dispiace, dispiace tanto perché avevo da poco stabilizzato i miei dipendenti; persone ottime che hanno bisogno di lavorare».
Il fuoco ha intaccato l’investimento di una vita, ma non la volontà di ripartire. Di Santo oggi ha ricevuto la visita dell’assessore regionale Silvio Paolucci accompagnato dal sindaco Donato Di Giacomo – il presidente D’Alfonso come si era vociferato ieri alla fine non ha raggiunto Liscia per altri impegni – che ha promesso tutto l’aiuto possibile al Comune colpito così duramente.
In paese c’è rabbia, soprattutto pensando che il devastante incendio possa essere di origine dolosa. Nella piazza principale ci sono ancora gli uomini del Corpo forestale dello Stato e i vigili del fuoco. I danni ambientali sono incalcolabili, resteranno lì a lungo, a testimonianza della sciagurata mano dell’uomo.