Presto per parlare ma non per iniziare a sognare. Lo si ipotizzava da tempo e, in queste due partite, le aspettative verso la Vastese Calcio si sono rilevate tutt’altro che infondate. Una squadra che gioca bene e regala spettacolo, così come ha fatto due giorni fa, ma anche domenica scorsa contro il Pineto – malgrado la sconfitta rimediata nel finale. Non si può fare finta di niente. Più di qualcosa è cambiato e le novità non sono ancora terminate, anzi. A Vasto è tornato l’entusiasmo verso questa squadra, questi colori, ripagato subito con una vittoria in ‘goleada’ domenica pomeriggio contro il Montorio. Un 5-1 che porta la firma di un protagonista assoluto: Armando Iaboni, autore di quattro dei cinque gol realizzati in totale. La ‘nuova’ Vastese ha un volto nuovo, un’anima e un’identità che iniziano a far paura alle rivali vicine e più lontane. È iniziata un’altra settimana e ci siamo rivolti proprio a Iaboni per capire che ‘aria tira’ in quel di via San Michele.
Iniziamo parlando della partita di due giorni fa. Quanto era importante vincere dopo una sconfitta così amara nel finale a Pineto?
Era importantissimo non sbagliare, per noi, per la società e per i tifosi. A Pineto per me non l’abbiamo persa, anzi. Il risultato ha detto il contrario, ma abbiamo giocato bene e meritavamo almeno di pareggiare. È stato un incidente di percorso che spero non ricapiti.
Il tuo ‘poker’ nella prima in casa all’Aragona. Ti aspettavi un esordio così davanti al pubblico biancorosso?
Sinceramente no. Avevo tanta voglia di segnare all’Aragona e ci sono riuscito. L’importante comunque è che abbiamo portato il risultato a casa con una grande prestazione, ma soprattutto abbiamo fatto divertire il pubblico e ci siamo divertiti anche noi. Sappiamo che in ogni partita sarà importante rimanere concentrati e dare il meglio. Tutti ci affronteranno con un occhio di riguardo perché siamo la Vastese e di squadre pronte a volerci fare lo sgambetto ce ne sono e come.
Fino ad ora non l’hai mai spiegato e forse è giunto il momento di farlo: perché hai scelto la Vastese?
Non ricordo bene l’anno, ma non dimenticherò mai la prima volta che venni a giocare all’Aragona. La Vastese si stava giocando la vittoria del campionato ed io ero a Cassino. In quella partita la curva era strapiena. Fu davvero emozionante giocare davanti ad un pubblico così. Ho scelto la Vastese in primis per il legame stretto che ho con l’avv. Carlo Della Penna, il vero artefice del mio arrivo a Vasto. Poi per la bellissima impressione che mi ha fatto il presidente Bolami e la stima che già avevo del mister e del ds Franceschini. La prima cosa che ho detto a Franco Bolami è stata di voler rivedere l’Aragona pieno così come lo vidi in quella partita col Cassino. Lui è stato subito chiaro con la piazza e questo può fare davvero la differenza in ambienti come quello vastese.
Alle tue spalle hai una carriera ed un curriculum che parlano da soli. Guardando a queste prime due giornate, non pensi che il campionato di Eccellenza quest’anno sia cresciuto di livello rispetto agli anni passati?
Posso dire tranquillamente che il livello di questa categoria si è alzato tantissimo. Ogni partita sarà una battaglia ed è per questo che il lavoro che si farà durante la settimana sarà la base solida per arrivare la domenica pronti ad ogni sfida.
Parliamo un po’ del mister: come ti trovi con Colavitto e cosa ti ha detto nei primi giorni che sei arrivato a Vasto?
Già avevamo avuto modo di conoscerci e di stringere un rapporto di amicizia. In passato avevo già nutrito il desiderio di poter lavorare con lui e questo pensiero si è tramutato in una possibilità che ho colto al volo quest’anno. Naturalmente in campo e durante gli allenamenti l’amicizia viene messa in secondo piano e si pensa solo a migliorare e fare bene. In questi primi mesi lui mi ha trasmesso una grande voglia di allenarmi e di preparami al meglio per questa lunga stagione.
Non so se hai seguito la Vastese negli anni passati, ma sicuramente saprai che la città in questo arco di tempo aveva perso le speranze e l’entusiasmo intorno a questa realtà calcistica. Dall’affluenza di pubblico di domenica e dal seguito fin’ora dimostrato dalla d’Avalos, sembrerebbe che la voglia di fare bene sia tornata. Questo vi fa sentire con la pressione addosso o siete comunque tranquilli?
Guarda, penso che nel calcio, quando giochi in piazze importanti, la pressione c’è ma non può che essere un aspetto positivo. Chi non sa gestirla non può giocare a questo sport. Spero che cresca e che ogni domenica lo stadio sia pieno, perché ripeto: questo può fare la differenza. Come si dice, il dodicesimo uomo in campo conta e non poco (a tal proposito, i tifosi vastesi si stanno già organizzando per seguire la squadra nella trasferta di Martinsicuro in programma domenica prossima) .
In queste prime due giornate hai adattato il tuo modo di giocare in attesa di un possibile arrivo di una prima punta. I quattro gol di ieri però ci dicono che sai fare bene anche gli ‘straordinari’, o no?
Per quanto riguarda l’arrivo o no di una punta, spetta alla società valutare questo aspetto. Posso dire che se questo accadrà la squadra ed il gruppo potrà acquisire maggiore qualità sicuramente. Il mister avrebbe più possibilità di scelta. Riguardo invece al mio ruolo, io prediligo la trequarti però per la Vastese sono pronto anche a giocare in porta se ce ne sarà bisogno.
I primi due mesi da vastese-acquisito in questa città. Come ti sei trovato?
Sembra scontato, ma lo dico senza ipocrisia. Vasto è una città bellissima. C’è il mare e questo già di per sé la rende un posto gioioso e pieno di calore. Durante la preparazione ho scelto di portare con me anche mia figlia e mia moglie. Insieme abbiamo frequentato tantissimo le spiagge. Poi la sera in centro ci siamo goduti i vicoletti del centro storico, un gioiellino vero e proprio. Non ti nascondo che con mia moglie stiamo già pensando di cercare una casa per vivere qui. Il primo impatto è stato favoloso.
A te il compito di dirci se quest’anno ci si potrà divertire con questa Vastese.
Perché nascondersi? Io quando gioco scendo in campo con un solo obiettivo: vincere. Abbiamo tutte le qualità per provarci e ci sono gli ingredienti giusti: una società seria, un gruppo unito e un pubblico magnifico. Quindi, perché non provarci. Io ci credo e mi impegnerò per tornare in serie D.