“Gli aumenti dei biglietti del trasporto pubblico in Abruzzo, deliberati dalla Regione Abruzzo il 24 agosto scorso, trovano l’opposizione più ferma dei Cobas. La nascita della Tua doveva prevedere come asse portante l’ottimizzazione dell’integrazione ferro-gomma e, solo dopo aver operato in tal senso, si poteva prendere in considerazione come ultima inevitabile possibilità un ritocco dei biglietti”. Alza la voce il Coordinamento regionale Cobas trasporti a seguito dell’aumento di tagliandi di viaggio e abbonamenti scattato da fine agosto su tutta la rete abruzzese.
“L’aumento del 10% del costo dei biglietti, parallelamente a tagli su tratte ritenute secondarie – attaccano i Cobas – ha il sapore di un primo passo verso lo smantellamento del trasporto pubblico locale come servizio pubblico. Dimostra che la Regione non considera il trasporto pubblico locale un bene comune, per cui noi Cobas ci battiamo ogni giorno. Senza tacere la macroscopica incongruenza della mancata sottoscrizione del contratto di II livello: come si fa infatti a quantificare il costo del personale in assenza di contratto?
Razionalizzare le spese superflue, non vuol dire certo tagliare e colpire i lavorati delle officine o delle pulizie, privatizzando servizi. Bisognerebbe piuttosto tagliare tutte quelle prebende che riguardano agevolazioni dirigenziali e sindacali, che potrebbero essere riutilizzate verso le fasce che utilizzano più di tutte il servizio, cioè lavoratori, pendolari, studenti, fasce deboli e disagiate della popolazione.
In un momento in cui la crisi sembra essere risolta solo per le fasce più abbienti, un aumento così sproporzionato su tutto il territorio regionale del trasporto è iniquo ed ingiusto.
I Cobas perciò lavoreranno per costruire una unità tra lavoratori del trasporto pubblico locale e cittadini della società abruzzese, per un trasporto pubblico al sevizio degli stessi”.