Sembra strano che ancora oggi si debbano criticare politiche che, con l’obiettivo di “valorizzare” un territorio, un quartiere, una località, nella realtà sottraggono suolo, verde, natura e, in fondo, anche ricchezza alla comunità locale.
Eppure è proprio così. L’amministrazione di San Salvo, nell’intento di incassare 2 milioni e 700mila euro si vuole privare, mettendoli in vendita, di quasi due ettari (19.000 mq) di terreno della Marina, ma non solo, per renderne più appetibile l’acquisto, il Consiglio Comunale ha approvato una variante al piano regolatore (delibera C.C. n. 20/2015) che prevede un aumento dell’altezza massima realizzabile (da 21 a 22 metri) e la possibilità di realizzare anche strutture residenziali (abitazioni civili) oltre a quelle turistico-ricreative.
Parliamo della famosa particella 18 sita sul tratto di lungomare non pedonale e limitrofa a via Baldacci (nei pressi dell’area dei rivenditori ambulanti di kebab, panini ecc.). Come più volte detto, quei due ettari (peraltro oggetto in questi anni di sversamenti dei rifiuti raccolti con la pulizia della spiaggia) sono l’ultimo lembo di zona umida naturale presente nel tratto di costa tra la spiaggia di punta Aderci e Petacciato. È l’ultimo esempio di stagni e paludi retrodunali e ancora oggi, per tutti i mesi autunno-primaverili, sommersa d’acqua di falda.
Quest’area, con un po’ di coraggio, potrebbe essere gestita insieme al biotopo costiero, conservandola quale ultima testimonianza di quello che un tempo era la Marina di San Salvo. Si potrebbe rimettere a posto la casetta diroccata, progettare e realizzare un intervento di restauro paesaggistico-ambientale, magari predisponendo passerelle sospese sull’acqua che consentano la visita così come avviene per il giardino mediterraneo e il biotopo e così come fatto dal comune di Petacciato. Il restauro di questo habitat potrebbe farlo diventare una “perla” unica e preziosa da offrire.
E allora perché una volta tanto la politica non compie una scelta coraggiosa, trattenendo nel patrimonio della comunità intera di San Salvo questo terreno, scelta che oggi, comportando la perdita di una grossa (e ipotetica) somma, potrebbe sembrare uno spreco di risorse sicuramente importati per il bilancio comunale? Perché non far diventare questo bene un investimento per il futuro in termini di tutela ambientale (nemmeno la tanto decantata spiaggia di punta Aderci ha un’area simile), di memoria storico-paesaggistica, di opportunità d’intercettare un turismo alla ricerca di natura ecc.?
È ancora possibile pensare allo “sviluppo” della Marina in termini di nuove costruzioni su un suolo oggi pubblico? È possibile pensare ancora ad incrementare la ricettività estiva? Non c’è il pericolo che in un prossimo futuro si pensi di “valorizzare” anche altre aree pubbliche come il campo sportivo della Marina? È possibile fare tutto ciò quando – nonostante le migliaia di parcheggi – quest’anno le auto erano dappertutto, l’aria del tratto del lungomare aperto al traffico resa, in alcune sere, irrespirabile dai gas di scarico, le condotte fognarie maleodoranti ecc.?
È vero, il turismo porta ricchezza, ma occorre migliorare l’offerta e la fruibilità di quello che già c’è per offrire a residenti (e già, ci sono anche loro!!) e turisti la possibilità di godersi un luogo “diverso” e più accogliente.
Infine: non è che dando la possibilità di edificare un hotel di 6-7 piani che poi potrebbe diventare l’ennesimo condominio, così come già accaduto negli anni passati alla Marina con gli appartamenti uso ufficio, si solleticano gli appetiti speculativi?
Coraggio amministratori regalateci un sogno.
Adriano Maci