Un triste bollettino che nella stagione estiva tocca il suo apice. È quello degli incidenti legati all’uso di trattori e mezzi agricoli. A separare gli ultimi due casi nel Vastese non ci sono neanche 24 ore: due decessi in due giorni, a Furci [l’articolo] e San Salvo [l’articolo].
Una dose di imprudenza, mancata consapevolezza dei riflessi che non sono più quelli di un tempo, tragica fatalità, sono tra le cause di quella che è una pressante emergenza particolarmente concentrata nella provincia di Chieti.
Compresi i due drammatici eventi dei giorni scorsi, dall’inizio dell’anno sono sei i morti in circostanze simili durante i lavori sui campi o le manovre con i mezzi. A Roccascalegna il 2 aprile, un 77enne è deceduto per le ferite riportate durante l’uso di una motozappa. Alla fine dello stesso mese (il 28) a Castiglione Messer Marino un 80enne è morto dopo essere caduto sulla strada dal suo mezzo probabilmente in seguito a un malore. Il 13 giugno incidente fatale per un 70enne di Rocca San Giovanni precipitato con il trattore in un fossato. Due settimane dopo (il 30 giugno) a Montenerodomo un 85enne è rimasto schiacciato dal veicolo agricolo in una dinamica che ricorda molto quella di ieri di San Salvo.
Il bilancio peggiora se si considerano anche i casi non mortali: altri 4 feriti gravi nella sola provincia a Giuliano Teatino (15 agosto), Orsogna (4 e 16 luglio) e Lanciano (12 maggio).
Nelle altre province abruzzesi i numeri sono di gran lunga minori: da inizio 2015 si sono registrati tre incidenti agricoli fatali in provincia di Teramo e uno in quella dell’Aquila (ad Avezzano, dove un bambino di soli 8 anni è stato travolto il primo agosto dal trattore guidato dal padre).
Tragedie evitabili? Il dipartimento gruppo di ricerca scientifica dell’Inail ha rilasciato delle linee guida sull’adeguamento dei trattori agricoli o forestali divulgate poi territorialmente dalle organizzazioni di categoria [scarica il pdf]; nonostante questo, sono ancora molti i mezzi agricoli sprovvisti di dispositivi di protezione in caso di ribaltamento o di sistemi di ritenzione del conducente (paragonabili alle cinture di sicurezza).
Non è raro che le vittime degli incidenti mortali abbiano già rischiato grosso in passato; c’è quindi ancora molto da fare soprattutto nella divulgazione della cultura della sicurezza e della prevenzione per affrontare tali numeri poco rassicuranti.