Un esposto alla Procura di Vasto e al prefetto di Chieti, Antonio Corona, “perché intervengano nei confronti di un’amministrazione che crede di poter fare ciò che vuole, violando le leggi”, attacca Walter Falzani, segretario regionale del Diccap, il sindacato della polizia municipale.
Tornano a far sentire la loro voce i rappresentanti dei vigili, “dopo che, per tutta l’estate, abbiamo scelto di mantenere un basso profilo al fine di evitare strumentalizzazioni”, precisa Luigi La Verghetta, vice segretario regionale, nella conferenza stampa tenuta stamani insieme a Falzani e a Fabio Ravasini.
Sicurezza – “A giugno – afferma La Verghetta– ci siamo visti piombare addetto il servizio notturno, imposto nel giro di 3-4 giorni al personale senza che né il tenente Del Moro, né l’amministrazione comunale dessero alcuna risposta alle richieste avanzate dalla Rsu e dal Diccap. Avevamo inoltrato una formale diffida perché mancano le più elementari condizioni per la sicurezza del personale. L’unico passo in avanti che il Comune ha compiuto rispetto allo scorso anno è stato l’espletamento delle visite mediche, delle quali però non conosciamo gli esiti. Non è stata compiuta alcuna valutazione dei rischi, né delle necessarie misure di sicurezza, a partire dalla dotazione delle armi, necessarie nei servizi notturni che, in caso contrario, per legge non possono essere espletati.
Nonostante questo – sottolinea La Verghetta– abbiamo fatto il nostro dovere in silenzio, pur esponendoci a gravi rischi. Inoltre, nel turno di notte sono stati impiegati anche gli stagionali, che sono disarmati e, per questo, non possono svolgere il servizio notturno”.
“Attualmente il personale annovera 26 unità effettive e 14 agenti a tempo determinato, il cui contratto scadrà il 30 settembre. La normativa prevede un vigile ogni 700 abitanti, dunque a Vasto dovremmo esserne 58”.
Comando vigili – Nel corso della conferenza, Falzani, La Verghetta, Ravasini e Calvano rivelano che “la Asl ha riscontrato difformità rispetto alle norme di sicurezza relative ai locali che ospitano la sede della polizia municipale, in piazza Rossetti: non esiste una scala esterna in ferro quale uscita di sicurezza, né il Comando è dotato di cassetta per il pronto soccorso, porte antipanico, sistemi antincendio, allarme e inferriate per le finestre. La situazione – dice La Verghetta– è nota all’amministrazione che, in un anno, non ha fatto niente”.
Nomina del comandante – “Il tenente Del Moro, nei confronti del quale non abbiamo nulla di personale – sostiene Falzani – non è il comandante della polizia municipale, ma solo il responsabile della posizione organizzativa conferitagli dal dirigente comunale Vincenzo Marcello, che però può delegare solo le sue funzioni amministrative, ma non ha il potere di conferire l’incarico di comandante, una qualifica che, per legge, si acquisisce solo vincendo un concorso pubblico al quale possono partecipare esclusivamente i laureati in giurisprudenza e materie equipollenti, titoli che Del Moro non possiede. Inoltre – dice Falzani – chiediamo se sia vera una voce che circola in municipio, in base alla quale il vice sindaco, Vincenzo Sputore, agli inizi di luglio, in qualità di sindaco facente funzioni, avrebbe firmato un decreto di nomina per conferire al tenente Del Moro l’incarico di comandante. Di questo decreto non c’è traccia di pubblicazione, ma se esistesse – sostiene Falzani – ci troveremmo di fronte a una grave violazione di legge. Presenteremo un esposto alla Procura e al prefetto, cui chiederemo di intervenire per verificare e porre fine a tutte le violazioni da noi riscontrate”.