“Lontani i tempi in cui, per principio, la sinistra alzava le barricate ogni qual volta sentisse parlare di privatizzazioni. Lotta dura alle ‘speculazioni’ dei privati, alla imprenditoria che soffocava l’interesse pubblico per il proprio vantaggio economico, alla privatizzazione dei servizi pubblici. Oggi, senza alcun ritegno e proprio a Vasto, luogo in cui forti furono le accuse nei confronti di chi, precedentemente, aveva affidato, in verità, pochissime gestioni a privati, l’amministrazione comunale si è scatenata in cessioni di beni e servizi pubblici ad associazioni, cooperative, confederazioni e persino banche. Privatizzazione, però, sembra essere ancora una parolaccia nel loro vocabolario ed allora le chiamano esternalizzazioni”.
Duro l’affondo del consigliere comunale di Progetto per Vasto e portavoce di Vasto2016, Massimo Desiati, che punta il dito contro quelle operazioni che “non sono destinate a produrre effetti solo per il breve periodo ed infatti i beni ed i servizi pubblici vengo affidati per 10, 15 anni. Una sorta di investimento politicamente duraturo, ma che possa avere un immediato ritorno elettorale. […] I percorsi di affidamento – scrive Desiati – appaiono corretti e sorretti da bandi pubblici, ma c’è una volontà politica che, pur di far raggiungere gli obiettivi prefissati, esclude il solo tentativo della ricerca di altre strade, anche economicamente più valide e meno gravose per la cittadinanza e l’utenza. Nessuna volontà nella ricerca di finanziamenti pubblici per riqualificare, per poi mantenerne la gestione, le proprietà pubbliche. Per attività dai chiari risvolti sociali, si operano scelte che, di fatto, conducono soltanto, come fosse ineluttabile, all’affidamento al privato, pardon… all’esterno”.
Per Desiati, “in questi anni di amministrazione Pd/Rifondazione comunista/Sel, abbiamo assistito alle dismissioni, all’affidamento delle gestioni di beni pubblici, a vere e proprie privatizzazioni di un patrimonio che appartiene soltanto ai Vastesi! Una gestione dei beni di tutti concentrata nelle mani degli apparati, comunque organizzati, politicamente vicini ai partiti che governano la città. Gli esempi sono tanti: Piscina comunale (struttura per la quale non vengono neanche pagati i canoni stabiliti), Palazzetto dello Sport, strutture di Vasto Marina e, da ultimo, gli impianti sportivi dei Salesiani, acquistati con soldi del Comune per essere subito affidati a privati. Ma poi le tante piccole e grandi operazioni finanziarie quali quelle del Marcato Santa Chiara, prima ristrutturato con soldi pubblici e poi dato in gestione, senza neanche valutare una ipotesi cogestione da parte degli operatori e per la gestione del quale il Comune addirittura tira fuori soldi; il parcheggio multipiano Ugo Foscolo, per il quale il Comune percepisce canoni ridicoli e sul cui utilizzo non può più neanche metter bocca; i servizi cimiteriali affidati a terzi, gli asili affidati a cooperative, compreso le mense. Poi ancora la vendita della Farmacia comunale, i cui proventi sono stati utilizzati per le pur indispensabili manutenzioni stradali”.
Un passaggio, infine, sull’ex asilo Carlo Della Penna: “Attendiamo di conoscere il futuro della struttura, abbandonata e fatta degradare, nell’attesa di chissà quale soluzione da tirare fuori dal cilindro” e la dura conclusione: “Queste operazioni amministrative e finanziarie impoveriscono la città, aumentano i costi per il Comune e per i cittadini e sottraggono alla titolarità pubblica, per anni ed anni a venire, beni e servizi. Senza faccia e senza vergogna”.