Insieme occupano circa 3.500 lavoratori, producono componenti per le auto che circolano in tutta Europa, eppure i loro suggerimenti giacciono ancora lì sul tavolo, inascoltati. Sono gli stabilimenti sansalvesi della Pilkington-Nsg e della Denso, tra le realtà produttive più importanti nel panorama abruzzese, alle prese con le difficoltà e – soprattutto – i costi legati a una rete viaria e infrastrutturale ridotta all’osso. Le due industrie, entrambe di proprietà di gruppi giapponesi, continuano ad avere un ruolo guida nonostante tutto: la Pilkington nel biennio 2016/2017 realizzerà i parabrezza per i nuovi modelli di Fiat, Alfa Romeo, Ford, Mini e Rover, mentre Denso dal 2017 fornirà 700mila motorini d’avviamento all’anno alla Bmw. Nei bilanci dei due colossi, tra le principali voci di spesa c’è quella legato al trasporto. Lo sa bene Graziano Marcovecchio, presidente di Pilkington Italia; da anni conduce una battaglia per il miglioramento infrastrutturale della regione, ritenuto ancor più importante dell’abbattimento dei costi del lavoro. “La logistica è il tema principale – esordisce –. La nostra merce viaggia esclusivamente su strada, poter usufruire del trasporto ferroviario vorrebbe dire riduzione dei costi”.
Qualche tempo fa l’ad caldeggiò l’ipotesi di treni merci condivisi da più aziende, ma nulla si è concretizzato: “Questa soluzione sarebbe stata molto interessante, ma non c’è una guida pubblica che si faccia promotrice dell’iniziativa“. La strada ferrata trova posto anche tra le priorità individuate da Mario D’Urbano, vicepresidente dello stabilimento Denso: “Il settore ferroviario è di primaria importanza; i nostri prodotti raggiungono tutta Europa solo su strada. Non dimentichiamo, però, i porti, come quello di Vasto. Il suo potenziamento agevolerebbe il trasporto verso il Nord Europa”. Nella zona industriale sansalvese, inoltre, è presente un vecchio tracciato ferroviario – concepito negli anni ’60 per velocizzare il trasporto delle merci delle nascenti fabbriche – oggi in abbandono. “Potrebbe tornare utile per la movimentazione dei prodotti nei magazzini esterni”, dice a tal proposito il presidente della Pilkington. Non solo ferrovia, per Marcovecchio quella che manca è la progettualità: “L’Abruzzo purtroppo è indietro, manca lo sviluppo e si gestiscono solo le crisi. I porti ci aiuterebbero. Oggi facciamo tutto su strada, ma anche queste non sono il massimo. Basti pensare alla fondovalle Sangro, eterna incompiuta. Non c’è neanche la banda larga, presente in altre regioni”. Poi, un altro tema attuale (non sono lontane le scene delle autobotti che rifornivano d’acqua lo stabilimento durante una delle ultime emergenze): “Si pensi anche alla diga di Chiauci, a regime potrebbe scongiurare crisi idriche per decenni, ma così non è. Ora noi ci fermeremo per le ferie e la richiesta d’acqua scenderà, ma non si può avere quella struttura funzionante a metà”. Infine, i dirigenti delle due aziende trovano nuovamente intesa su un altro punto, l’autoporto sansalvese costato finora 33 milioni di euro: “È una struttura buttata lì, lasciata morire. Con più accortezza sarebbe potuta servire alla logistica, ma oggi, sia chiaro, alle fabbriche non interessa più: tutte si sono attrezzate con parcheggi e ampi piazzali”.