Sono tanti i bagnanti che questa mattina hanno assistito alla rievocazione della pesca con il metodo della Sciabica. Uno dei metodi tradizionali della pesca vastese è stato così riproposto a cittadini e turisti che restano affascinati nel vedere come la lunga rete viene dapprima stesa in mare, utilizzando le barche a remi, e poi tirata a riva dalle mani dei pescatori. La rievocazione della Sciabica torna sulla spiaggia (in due momenti, uno a luglio, l’altro ad agosto) sin dal 2007, per intuizione dell’allora assessore Francescopaolo D’Adamo, e che trova anima e braccia nella sezione vastese dell’Anmi e di tanti appassionati. Anche questa mattina è stata la voce del cavalier Mario Pollutri a scandire le fasi della pesca descrivendole minuziosamente a chi vi assisteva.
Il prossimo appuntamento, nell’area del pontile, sarà domenica 9 agosto alle 9.
La Sciabica. [testo di Giuseppe Catania pubblicato su Vastospa.it] Quando i pescatori di Vasto erano impediti a imbarcarsi sulle“paranze”, a causa delle proibitive condizioni del mare, ricorrevano ad un antico rituale per andare a pesca. Utilizzavano la tecnica della pesca con la rete a “sciabica”, capace di intrappolare molti pesci, non distaccandosi molto dalla battigia. Ma tale espediente veniva anche utilizzato nelle giornate normali, per lo più nelle prime luci dell’alba, quando si sa, il pesce è come “addormentato” e facilmente cade nella trappola.
La sciabica veniva prima ancorata a riva con una resta, l’altra parte veniva trasportata su di una piccala barca e calata in acqua ma trattenuta con l’altra resta, con un movimento a remi semicircolare al largo, non più oltre duecento metri dalla riva.Da qui, i pescatori iniziavano a tirare la “sciabica” per far si che il pesce rimanesse intrappolato nella parte centrale. Movimenti lenti e misurati per far si che i pesci non sfuggissero ma venissero trascinati a riva mano a mano che la rete si restringeva. Con questa tecnica i pescatori di Vasto riuscivano ad ottenere grossi quantitativi di pescato molto vario, anche di discrete dimensioni, utili per essere adoperati per la preparazione del brodetto.
Poiché la “sciabica” veniva trascinata sfiorando il fondale del mare, oltre ai pesci venivano pescati crostacei, vongole, cannolicchi (che i marinai usavano mangiare crudi, appena pescati), gamberetti, aragostine, panocchie, che bene si accoppiano per rendere più gustoso il brodetto di pesce alla vastese. Alla “sciabica” erano soliti assistere i villeggianti, affascinati dalla tecnica di questa pesca particolare, e per acquistare il pescato ancora“vivo”. Anche i residenti da Vasto alta si recavano alla marina per acquistare il pescato, ritenuto una leccornia per quanti sanno cucinare. Purtroppo, questa pesca alla “sciabica” non si usa più perché i marinai giovani preferiscono imbarcarsi sui moderni pescherecci mentre gli anziani scarseggiano. Solo qualche nostalgico si azzarda a pescare con la “sciabica”, che però, non attrae più anche perchè di pesce se ne prende sempre meno, mentre ci vuole sempre tanta fatica, mezzi, uomini e tempo.