“Sono stati dieci giorni pesanti e stressanti- ha affermato Evanio Di Vaira- e qualcuno ha detto e scritto che era già tutto organizzato da tempo, ma non è vero. Non c’era niente di sicuro”. Si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa il presidente dell’U.S. San Salvo durante la presentazione del nuovo allenatore in conferenza stampa. Il presidente biancazzurro ha quindi ripercorso i tumultuosi cinque giorni che hanno portato all’ingaggio del nuovo allenatore, dal saluto allo stimato Gallicchio [leggi l’articolo], all’approdo ufficiale di Danilo Rufini, passando per un contatto “virtuale” con Alessandro Del Grosso, che “qualcuno dava già come nostro allenatore”.
Nessun rancore e stima confermata per Gallicchio, chiamato alle giovanili del Carpi; non è mancato un momento di commozione per una scelta difficile per entrambe le parti. Confermato il passaggio al Carpi, avvenuto solo da pochi giorni, il presidente ha ricordato i contatti con Del Grosso, che però ha chiesto tempo che il presidente non aveva o comunque non era disposto a dare, visto lo scarso entusiasmo mostrato dall’allenatore. Infine la soluzione: Rufini, che, come riferito dallo stesso allenatore, è stato chiamato da Gallicchio. I due si conoscono e hanno avuto esperienze comuni che hanno rafforzato la loro amicizia; Rufini ha confermato il dispiacere di Gallicchio nel lasciare la piazza sansalvese. il nuovo mister dell’U.S. San Salvo ha subito accettato, come dichiarato dal patron sansalvese: “L’ho chiamato alle 14:00 e alle 17:00 era già qui. Ci siamo trovati subito, sono bastati cinque minuti”. Nel presentare il nuovo mister il presidente ha anche spiegato gli obiettivi stagionali, progettati con la conferma dell’intera rosa, o almeno di quelli che vorranno rimanere e partecipare al nuovo progetto. L’obiettivo, quello di migliorare l’ottimo risultato della passata stagione, sarà quindi rivolto ad un secondo o un primo posto, anche se mister Rufini si è spinto oltre: “Il secondo posto è come il decimo, se dobbiamo migliorare abbiamo una sola possibilità“.
Il nuovo allenatore ha spiegato anche la sua “visione” del calcio che guiderà la sua direzione: “Curo molto l’aspetto tattico e mi piace il calcio propositivo; conosco molti moduli, ma ormai l’allenatore moderno deve sapersi adeguare a quello che richiede la singola partita, senza fossilizzarsi con un unico modulo. Non ci saranno intoccabili, ma funzionerà la meritocrazia, perché una sana competizione tra calciatori riesce a creare un gruppo omogeneo in cui tutti sono pronti a fare la propria parte. Non ci precludiamo nessuna strada, daremo il massimo per raggiungere risultati in campionato e anche in coppa. Vincere non è facile, ma se c’è unità di intenti diventa facile. Ma vincere significa anche superare i momenti difficili che potranno arrivare. In quei momenti si vedrà la maturità di questa splendida piazza e la coerenza del progetto della società”.