La Pilkington di San Salvo ha disposto “il licenziamento in tronco di una lavoratrice”. Si tratta di “una professionista molto apprezzata e stimata da oltre 25 anni”. A darne notizia è l’ambientalista Ivo Menna, secondo cui in Italia “abbiamo assistito in questi anni alla fine dello Statuto dei diritti dei lavoratori conquistato duramente con aspre lotte sociali”.
Le preoccupazioni espresse in questi mesi nel territorio vastese a proposito della perdita dei livelli occupazionali, l’assenza di lavoro, la crescente disoccupazione giovanile, le nuove povertà, e i dati negativi che riguardano il settore industriale ci spingono a riflettere. La nostra riflessione ci conduce inevitabilmente in quella parte di mondo del lavoro che per anni è stato riferimento di sicurezza e garanzia per almeno due generazioni di questa zona: parliamo dello stabilimento Pilkington/Nsg. Una realtà industriale creata, con un grande investimento pubblico, negli anni Sessanta con oltre 4500 dipendenti (fino al 1995), ma che tre anni fa ha imposto e rinnovato un contratto di solidarietà tra i suoi dipendenti, diminuiti di oltre la metà negli ultimi vent’anni, dopo la privatizzazione dell’azienda”. Il licenziamento individuale comminato all’impiegata sarebbe dovuto, secondo Menna, “alla perdita di peso dei lavoratori, ma che non trova adeguata risposta da parte sindacale”.
Menna critica aspramente i sindacalisti, che definisce “oscuri burocrati, lontanissimi dalle condizioni reali dei lavoratori, i quali hanno perso diritti conquistati nel corso degli anni con durissime lotte, acquisendo salari e dignità”.
Lo storico attivista della sinistra vastese chiede “quali strategie future, quali progetti e piani per i prossimi anni, quali interventi l’azienda ha messo in atto per migliorare la qualità del prodotto, i costi, la qualità della vita, visto che in Polonia la stessa Pilkington ha realizzato un impianto per la produzione di vetro molto concorrenziale con lo stabilimento di San Salvo?”. E sollecita “Assovasto, Confindustria, Cna e altre sigle” ad aprire “un confronto utile per verificare e capire cosa è necessario fare per rinnovare” il tessuto produttivo del Vastese.