Suicidi, omicidi-suicidi, rapine ad anziani per qualche centinaio di euro, sono questi, gli effetti collaterali di una logorante crisi economica che dura ormai da troppo tempo.
Così come da troppo tempo le statistiche ci dicono che i suicidi sono in aumento. L’anno più brutto, denominato anche “annus orribilis” il 2013, con una vera e propria impennata di suicidi. Dal gennaio al settembre 2014 il 59,2% delle persone che hanno deciso di farla finita, l’hanno fatto per motivi economici mentre i tentati suicidi sono raddoppiati rispetto all’anno precedente. L’ISTAT ci dice che siamo in ripresa e che nel primo trimestre del 2015 ci sono stati 133 mila posti di lavoro in più ed è una buona notizia. Non se ne può più di sentire di padri di famiglia che decidono di suicidarsi perché non sanno come arrivare a fine mese o di imprenditori terrorizzati dal non poter pagare i propri dipendenti, vedendo l’unica soluzione nella canna di una pistola.
Qualche tempo fa una madre e una figlia hanno questa terribile decisione insieme: la figlia è morta, la madre è stata salvata in extremis.
Qualcuno allo stremo della disperazione decide di portare con sè anche il proprio fedele amico a quattro zampe. Forse, però, quella che stiamo vivendo non è solo una crisi economica. La crisi è anche morale. In questo periodo in cui si ha bisogno, più che mai, di certezze, di solidarietà e di gesti concreti da parte di chi ci sta attorno, hanno avuto il sopravvento l’individualismo, il menefreghismo e la superficialità. Si bada troppo spesso alle apparenze sorvolando o, addirittura, ignorando il vero e proprio stato d’animo di chi si ha di fronte. A volte basta un sorriso, una parola gentile o un semplice “come va?” per far sentire meglio una persona.
Chissà quanti di quelli che hanno deciso di mettere fine alla loro vita hanno aspettato invano un gesto così. La soluzione giusta non è il suicidio. La parola d’ordine di fronte alle difficoltà economiche o quali esse siano dev’essere “combattere” non “soccombere”. C’è sempre un modo per ritornare ad apprezzare il valore della vita, perché è questo quello che conta.
La vita non ha prezzo, non va quotata in borsa e non va gettata via.