E’ uno dei finisher dell’Ironman 70.3 di Pescara. Marco Aquino, domenica scorsa, dopo aver faticato per oltre 6 ore (6 ore 18 minuti e 18 secondi, per la precisione) ha tagliato il traguardo della dura gara di nuoto, bici e corsa. Tanto allenamento, grinta e passione per riuscire a coprire le 70.3 miglia del tracciato che, come riportato dalle cronache, ha messo a dura prova gli atleti impegnati nella gara. Al rientro a Vasto ci siamo fatti raccontare com’è andata.
Perchè hai deciso di partecipare all’Ironman?
Prima di tutto meglio chiarire subito che il 70.3 di Pescara (1.9 km di nuoto+90 km di bici+21 km di corsa) non deve essere confuso con il vero e proprio Ironman (3.8 di nuoto+180 km di bici+42,195 di corsa). Detto questo, la decisione di partecipare va vista un po’ come una naturale evoluzione: per due anni, dopo aver smesso con il basket, ho disputato le gare sulla distanza olimpica (1,5 nuoto+40 km bici+10 km corsa). L’incontro con gli amici del Ciclo Club Vasto, prima, e dell’Atletica Vasto, poi, mi hanno permesso di prendere più confidenza con le lunghe distanze e così ho deciso di provare il mezzo Ironman di Pescara.
Come ti sei allenato nelle tre discipline?
Premetto che sto ancora cercando di capire come ci si deve allenare al meglio, comunque la mia settimana “tipo” è questa: lunedì nuoto, martedì corsa, mercoledì riposo, giovedì corsa, venerdì nuoto, sabato bici, domenica corsa. Ci vuole una certa costanza mentale, ancor prima che fisica.
Per quanto tempo ti sei allenato?
Mi alleno praticamente tutto l’anno, rallentando un po’ a luglio e agosto e intensificando da febbraio a maggio
Come hai vissuto la gara?
La parte di nuoto è stata tranquilla, il mare era calmo. Invece è stata durissima la parte di bici, con un vento caldo violentissimo che soffiava in senso contrario, davvero molto dura. Nella parte di corsa ho cercato di bere il più possibile per scongiurare i crampi.
Hai pensato in qualche momento di non farcela?
Questo no, ero determinatissimo ad arrivare in fondo, anche a costo di “strisciare”. Comunque il vento di cui dicevo prima e la visione in diretta di qualche svenimento hanno fatto un po’ vacillare le mie certezze.
Il tuo primo pensiero al traguardo?
Devo confessare che è successa una cosa che non riesco a spiegare: negli ultimi metri mi sono venute in mente le persone care, amici e parenti, che negli ultimi anni hanno abbandonato, solo fisicamente, questo mondo. All’arrivo ho istintivamente alzato le braccia indicando il cielo. Stranissimo.
Lo rifarai?
Per carattere cerco di non ripetere mai le stesse gare, mi annoia. Pescara è comodissima per la vicinanza ma mi piacerebbe fare altri 70.3.
Come concili l’attività sportiva con il lavoro e la famiglia?
Ecco questo è “IL” punto fondamentale: per riuscire a completare questa avventura è essenziale sapersi organizzare, sfruttando ogni ora libera, e abituarsi a fare allenamento con qualsiasi tempo, vento, pioggia o sole. Comunque tutto questo non sarebbe possibile senza una moglie paziente che silenziosamente sopporta la mia inspiegabile passione per questo bellissimo sport.