È terminata solo dopo le 19 la lunga giornata presso il tribunale di Vasto, per l’udienza relativa al maxi processo seguito all’operazione “Adriatico”, scattata durante la notte del 6 febbraio 2014. Ottantaquattro gli indagati da parte dei Ros de L’Aquila, nell’ambito di una complessa attività che ha impegnato numerosi di militari dell’arma. Nella provincia di Chieti sono state 31 le persone raggiunte da provvedimenti restrittivi: 18 custodie cautelari in carcere, 11 ai domiciliari e 2 obblighi di dimora. I reati contestati sono quelli dell’associazione finalizzata all’estorsione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nella lunga giornata odierna si è proceduto alla fase dell‘ammissione delle prove; numerose le eccezioni che il collegio giudicante, formato da Bruno Giangiacomo (presidente), Fabrizio Pasquale e Stefania Izzi (giudici a latere), ha dovuto valutare. Il responso, su quali prove (e contro prove) sono state ammesse al processo, solo alle 19, in virtù della grande quantità di documenti dovuta al gran numero di imputati al processo.
A rappresentare la pubblica accusa, il pm Giancarlo Ciani, mentre per la difesa folta la schiera di avvocati (anch’essa determinata dai numerosi imputati): Marisa Berarducci, Angela Pennetta, Giovanni e Antonino Cerella, Alessandro Orlando, Massimiliano Baccalà, Antonio Ottaviano, Paolo Del Viscio, Elisa Pastorelli, Nicola e Agostino Chieffo, Raffaele Giacomucci, Fiorenzo Cieri, Arnaldo Tascione e Antonella Mancini solo i rappresentanti del foro di Vasto, e altri provenienti da fuori.
Già da venerdì si tornerà in Aula per una nuova udienza; nella stessa mattinata sarà nominato il perito che dovrà trascrivere le intercettazioni telefoniche ammesse al processo; lo stesso sarà affiancato da un interprete rom, per le intercettazioni in lingua.