Avevano collegato le slot machine presenti nel loro locale a delle schede aggiuntive che impedivano la comunicazione dei dati di vincita al sistema telematico nazionale, permettendo così ai proprietari di celare gli introti. Per questo gli uomini della Guardia di Finanza, impegnati in un’operazione a largo raggio £nel settore della disciplina degli apparecchi e dei congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da intrattenimento e da gioco di abilità” hanno sequestrato 4 apparecchi, i 5mila euro contenuti all’interno e denunciato due persone.
“Sono state accertate a San Salvo, all’interno di un noto bar, illecite attività ludiche costituenti vero e proprio gioco d’azzardo, condotto da avventori abituali e non, i quali tentavano la loro fortuna inserendo denaro in congegni elettronici non certamente predisposti per elargire ricchezza- spiega una nota del comando provinciale delle Fiamme Gialle -. Tali macchinari, infatti, sono risultati essere taroccati a favore del titolare del locale commerciale. I macchinari (slot machines) sembravano apparentemente dei normali ed innocui giochi da intrattenimento, ma da un accurato e certosino controllo è stato riscontrato che, all’interno degli apparecchi, era stata occultata, in un doppio fondo posto alla base del mobile, una scheda aggiuntiva. In particolare la scheda, regolarmente connessa al sistema nazionale, era a sua volta collegata ad una seconda scheda che agiva in sostituzione di quella ufficiale. Ciò permetteva al contatore installato sulla scheda ufficiale e conforme di non funzionare correttamente ed i dati registrati (le giocate) non venivano comunicati al sistema telematico nazionale, permettendo così al proprietario di celare all’erario i reali introiti. Con questo stratagemma il congegno si trasformava in una macchina mostruosa mangiasoldi dove si potevano effettuare ingenti puntate in denaro, di gran lunga superiori a quelle previste e regolate dalla legge“.
Oltre al sequestro di apparecchiature e denaro, sono “stati denunciati alla Procura della Repubblica de L’Aquila nr. 2 soggetti titolari dell’esercizio per violazione dell’art. 640-ter del codice penale (“Frode informatica”). Sono in corso indagini per verificare l’eventuale coinvolgimento di ulteriori soggetti, nonché approfondimenti sulla posizione fiscale dei proprietari dei dispositivi da gioco per l’eventuale proposta di recupero a tassazione dei redditi derivanti dall’illecita attività. E’ stata posta in essere – si legge ancora nella nota- un’efficace attività di prevenzione e repressione di uno dei fenomeni socialmente pericolosi che vede coinvolti soggetti di ogni ceto sociale i quali, tentando di essere baciati dalla Dea bendata, rimangono coinvolti in una vera e propria dipendenza da gioco e dilapidano interi patrimoni personali e familiari inducendo, talvolta, anche a rotture di rapporti coniugali e a gesti estremi insani, compresi anche i minori di età notoriamente appartenenti alla categoria sociale più esposta a tale dipendenza psicologica.