Nuova iniziativa di solidarietà della casa di lavoro di Vasto, con annessa sezione circondariale, sotto la direzione del dottor Massimo Di Rienzo.
Domani, domenica 3 maggio dalle ore 9,30, infatti, sul lungomare di Vasto Marina saranno esposte e vendute le bambole di pezza diventate, negli anni, un simbolo di solidarietà associato all’Unicef.
“La originalità del manufatto – spiegano dalla casa lavoro – sta nel fatto che, oltre da essere prodotte all’interno dell’istituto di pena, sono state realizzate a mano ed ognuna è diversa dall’altra. Ciascuno degli ospiti della struttura, infatti, le ha prodotte secondo la propria abilità e fantasia”.
Il ricavato della vendita, così come già avvenuto nelle precedenti occasioni, verrà devoluto all’Unicef per finanziare la campagna mondiale di vaccinazioni a favore dei bambini nei paesi in via di sviluppo.
“Anche dal punto di vista formativo – sottolineano dalla casa lavoro – il progetto ha avuto una sua valenza; gli internati che hanno aderito al progetto hanno mostrato un miglioramento sia sotto il profilo relazionale che identitario. La partecipazione attiva, il lavoro di gruppo, hanno prodotto senso di gratificazione e di utilità oltre che opportunità di potenziare le capacità individuali, professionali e artigianali. L’adesione alla proposta dell’Unicef è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di alcuni degli assistenti volontari che frequentano l’Istituto Penitenziario. Questi hanno sostenuto il progetto sin dalle prime fasi, contribuendo anche alla raccolta di ulteriore materiale necessario alla realizzazione delle bambole (lana, stoffa e merletti).
Come spiega il capo Area educativa, coordinatore e responsabile del progetto, Lucio Di Blasio, “le diverse attività costituiscono un motivo di vanto per la direzione dell’Istituto e di tutti gli operatori, che, consapevoli delle difficoltà nel reinserimento lavorativo, favoriscono e promuovono disparate iniziative per offrire ai detenuti ed agli internati, il cui coinvolgimento è incentivato e garantito, una gamma, quanto più vasta possibile, di attività trattamentali, che mirano al riscatto, al guardare oltre, al rafforzamento dell’autostima, evitando così, il più possibile, l’ozio forzato. Ciò che emerge è che nell’istituto penitenziario vastese c’è una direzione che ha la capacità di proporre a chi è stato escluso dalle società una opportunità di riflessione e di integrazione. Un ringraziamento particolare al comandante di reparto di polizia penitenziaria, il commissario dott. Nicola Pellicciaro, al personale dell’Area educativa, ed all’assistente volontario Celio Anna, che ha contribuito attivamente per la riuscita dell’iniziativa”.