Si è tenuto questa mattina, presso l’istituto Palizzi di Vasto, l’incontro organizzato dall’Università delle Tre Età intitolato “Costruiamo insieme la legalità” con la presenza di Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992. La mattinata si è aperta con la canzone di Giorgio Gaber: La libertà, cantata e suonata da alcuni ragazzi del R.Mattei. A moderare il succesivo confronto tra studenti, insegnanti, figure istituzionali e i tanti giunti nella scuola di via Conti Ricci, il blogger, giornalista e scrittore Ettore Zanca, autore del libro ‘Vent’anni’. ‘Il modo migliore per cercare di migliorare questo Paese– ha affermato Zanca nell’intervento iniziale- forse è essere maledetti. Non fraintendetemi. Essere maledetti, nell’eccezione che qui voglio dare, significa non essere passivi, non farsi soggiogare dalle finte notizie con le quali tv e giornali vi invitano a chiudervi in casa ed avere paura. Significa avere memoria storica, significa arrabbiarsi, conoscere, leggere, informarsi e quindi allo stesso tempo significa essere liberi di sognare. Nessuno- ha aggiunto Zanca riferendosi direttamente ai giovani studenti presenti- ha il diritto di togliervi i vostri sogni. Nella mia città, Palermo, siamo sempre stati abituati a vedere cose che magari si raccontano solamente dalle altri parti. Io, così come i miei concittadini, ho assistito sin da piccolo agli effetti della mafia e del potere mafioso. Ma la mafia non c’è solo a Palermo e questo lo si è visto nei fatti che tutt’ora sono emersi. Essere maledetti per combattere la mafia, per avere le proprie idee e per essere educati alla legalità. Amo sempre ripetere una frase non scritta da me la quale afferma: ‘Educa un bambino e avrai un uomo in più. Educa una bambina e avrai una tribù’. Ragazzi, continuate a sognare, fate quello che amate fare e credeteci fino in fondo, ascoltando la vostra pancia, perché tavolta il cuore è troppo passionale e la mente troppo razionale ”.
Dopo le sincere e sentite parole dello scrittore siciliano, arrivate tra un intermezzo video e l’altro (con i lavori dei ragazzi delle scuole R.Mattioli, R. Pantini e Palizzi) la parola è passata a Rita Borsellino la quale, senza esitazione, ha voluto raccontare ricordi e aneddoti inerenti al fratello Paolo e sottolineare l’importanza di appuntamenti come quello tenutosi stamani. “Amo ascoltare, incontrare e dialogare con i ragazzi perché, essendo il futuro del nostro Paese, con e grazie a loro ho ancora speranza nel credere che le cose possano migliorare. Ed incontri come questo devono essere ripetuti perché i ragazzi vanno educati e accompagnati verso la legalità. Per me Paolo è sempre stato un punto di riferimento sin da quando ero piccola. Essendo la più giovane in famiglia, lui desiderava sempre coccolarmi ma, visti i tempi e l’educazione rigorosa che andava molto di moda, lo faceva solo dopo avermi fatto qualche dispetto, così poteva avere una scusa nel mostrare la sua dolcezza. Ebbene, nella sua vita lui ha dimostrato fin in fondo di credere in certi valori e fino alla fine, sino a quel maledetto giorno, si è battuto incessantemente per questi. Si è battuto per la giustizia e per questa è morto. Con i miei figli, che ora sono grandicelli, ho cercato di inculcargli tali valori, aiutata più volte dalle canzoni di De Andrè e Gaber. Credo, lo ripeto, che se oggi possiamo avere una speranza di crescita e miglioramento è solo grazie ai giovani ed è con loro che dobbiamo confrontarci”. Trai calorosi applausi dei tantissimi presenti, ha avuto fine una mattinata interessante ed emozionante.
Foto – Rita Borsellino all’istituto Palizzi di Vasto
Foto di Costanzo D’Angelo