Incontro vivace quello di ieri sera presso la biblioteca comunale di San Buono, organizzato dall’amministrazione comunale per informare i cittadini sulle azioni messe in campo per contrastare il progetto di una centrale a biomasse presentato dalla San Buono Bioenergy all’interno del territorio comunale (qui l’articolo).
Presenti per l’occasione, il sindaco Nicola Filippone, il vice sindaco Natascia Cupaiolo e l’assessore Giovanna Aloè. Presente anche il sindaco di Furci, Angelo Marchione.
Come spiegato dal sindaco Filippone, purtroppo ormai gli enti locali non hanno più voce in capitolo nel settore energetico e devono sottostare alle decisioni prese dal governo centrale. È possibile però un’attenta attività di controllo che può influire non poco sui progetti presentati. Nello specifico, Filippone ha spiegato che l’amministrazione comunale ha incaricato esperti del settore per far analizzare il progetto e rivelarne falle e criticità che sono state presentate durante l’ultima conferenza dei servizi convocata dal Comune di San Buono proprio su questo tema.
“La speranza – ha spiegato Filippone – è che la ditta, a fronte delle numerose contestazioni, faccia un passo indietro e rinunci al progetto, anche se c’è il rischio che adeguino il progetto alle nostre prescrizioni. A quel punto, a livello amministrativo potremo davvero fare poco. Ma non fasciamoci la testa prima di rompercela, speriamo che quanto stiamo facendo a livello istituzionale possa bastare, altrimenti dovremmo far sentire la nostra voce non come istituzione, ma come cittadini che si ribellano a questa imposizione”.
Disponibile a condividere il percorso di contrasto al progetto, anche il sindaco di Furci, Angelo Marchione, che si è detto fiducioso sull’esito della vicenda: “Anche per la discarica di Furci abbiamo dovuto combattere con decisione e a un certo punto è arrivato anche il parere favorevole per quanto riguarda la Valutazione di Impatto Ambientale, ma per fortuna è stato tutto sospeso dal momento che l’Arta ha rilevato gravi carenze nel progetto. Sono proprio questo tipo di questioni tecniche che possono risolvere anche il caso della centrale di San Buono.
Attiva anche la partecipazione dei cittadini, che hanno opposto un deciso no al progetto: “Ci tagliano servizi, non abbiamo opportunità, almeno l’aria buona ce la devono lasciare. Se saremo costretti a intraprendere forme di protesta, anche forti, non ci tireremo indietro”.