“Non ne posso più della conduzione di questo Consiglio comunale. La maggioranza si presenta con un documento vergognoso, dopo essere stata costretta ad affrontare l’argomento dell’allagamento di San Salvo Marina dall’opposizione, che ha chiesto l’inserimento dell’ordine del giorno”. Parole dure, una bocciatura senza appello nel metodo e nel merito è arrivata durante il Consiglio comunale di ieri a San Salvo, non dai banchi dell’opposizione (perlomeno, non solo), ma da un componente importante della stessa maggioranza, Nicola Argirò, che non ha usato mezzi termini per esprimere il proprio disappunto: “Non posso votare contro la mia maggioranza, perciò non mi rimane altro che uscire dall’Aula“.
E dire che la seduta era iniziata tutto sommato tranquillamente, con qualche battibecco tra il consigliere del Pd, Luciano Cilli, e il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Spadano, circa le note polemiche sulla data di convocazione del Consiglio (qui le accuse di Mariotti) (qui la risposta di Spadano), e con due mozioni presentate dalla maggioranza, votate all’unanimità dei presenti, ovvero 10 rappresentanti della stessa maggioranza, in quanto l’opposizione non ha ritenuto di dover partecipare al voto, in polemica con la presidenza del Consiglio e l’atteggiamento dell’amministrazione. Sono così passate le mozioni contro la soppressione della sede pescarese del Tar Abruzzo e del tribunale di Vasto e per l’istituzione del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe.
L’ultimo punto all’ordine del giorno, quello sui provvedimenti da prendere a seguito degli allagamenti di San Salvo Marina avvenuti agli inizi di marzo; ad illustrare i sette punti proposti dall’opposizione, il consigliere di San Salvo Democratica, Domenico Di Stefano, che ha richiesto l’impegno dell’amministrazione nei confronti del Consorzio di bonifica per i lavori sul letto del torrente Buonanotte, dell’Anas per la pulitura dei canali ai bordi della statale 16, la realizzazione del progetto per la seconda condotta per dividere le acque nere da quelle bianche e quello relativo al Percorso Vita, per la ripulitura delle aree verdi e tratturali del litorale e per la modifica del regolamento urbanistico, al fine di vietare l’utilizzo di scantinati costruiti al livello del mare a fini abitativi e commerciali.
Dalle fila della maggioranza, è stato prima il capogruppo di Città Nuova, Vincenzo Ialacci, a ricostruire quei difficili momenti, con “un quarto della pioggia che cade normalmente in un interno anno, finita su San Salvo Marina in 30 ore” e poi il sindaco Tiziana Magnacca, a rispondere ai sette punti presentati dall’opposizione, presentando a sua volta un emendamento con il quale venivano sostanzialmente annullati tutti i punti previsti dall’opposizione e ripresentato “sotto mentite spoglie”, come hanno ironizzato dall’opposizione, solo il punto sulla realizzazione del secondo canale di scolo. Come spiegato dal primo cittadino di San Salvo, il documento presentato dall’opposizione è stato considerato irricevibile, poiché intendeva impegnare l’amministrazione comunale su questioni che la stessa amministrazione aveva già affrontato autonomamente, sia per quanto riguarda i solleciti al Consorzio di bonifica, che quelli all’Anas. Sul regolamento edilizio, invece, pur dicendosi d’accordo nell’apportare modifiche, il sindaco ha precisato che i cambiamenti andavano fatti in sede di Norme tecniche attuative e non solo sul regolamento.
A questo punto si è delineata la spaccatura, con la maggioranza che avrebbe votato il proprio emendamento – tra l’altro considerato “fuori tempo massimo” dall’opposizione, in quanto presentato durante lo stesso Consiglio e non prima delle 24 ore precedenti – e l’opposizione che si sarebbe così trovata un documento snaturato per forma e sostanza che non avrebbe certo votato. È in questo frangente che si è inserito il consigliere comunale del Pdl Nicola Argirò, che ha attaccato sia la conduzione del Consiglio che l’atteggiamento della maggioranza, scegliendo di abbandonare l’aula, per non essere costretto a votare contro quella che comunque considera la propria coalizione. Il consigliere comunale del Pdl, Stefano Battista, ha poi provato a stemperare la situazione, sostenendo che l’atteggiamento di Argirò rientrava nella dialettica democratica della coalizione. Difficilmente, però, la maggioranza di centrodestra potrà far finta di niente, dopo le parole così dure e nette di Argirò; è evidente, infatti, che al di là del tema specifico trattato ieri, il consigliere del Pdl ha espresso un malessere politico che andrà comunque affrontato. Nel frattempo, però, la maggioranza non ha rinunciato a mostrare i muscoli e a far valere i voti che tengono ancora insieme l’amministrazione comunale, anche se l’ammonimento di Marchese al sindaco è stato chiaro: “Io mi sono dimesso quando ho perso i pezzi della mia maggioranza e lei, sindaco, sta per quella strada. Se è in grado di risolvere i problemi interni alla maggioranza, lo faccia in fretta, altrimenti passi la mano“.