Mancano 20 giorni all’inizio di Expo Milano 2015. Al netto del dibattito sugli scandali che ne hanno segnato il cammino, e con il sincero ausipicio che tutto vada per il meglio, abbiamo intervistato Pierluigi Romano, 27enne ingegnere vastese che dallo scorso anno è nello studio che ha raccolto e vagliato tutti i processi prima che divenissero strutture nella vasta area dedicata ad Expo.
Di cosa ti sei occupato (e continui ad occuparti) per Expo?
Mi occupo della progettazione di impianti meccanici, ovvero impianti di condizionamento dell’aria, antincendio ed idrico-sanitari. Collaboro stabilmente con Metropolitana Milanese che nell’ambito Expo si occupa di diverse attività di progettazione. Personalmente ho partecipato direttamente ad alcune di queste, come la progettazione di alcuni padiglioni espositivi e la verifica delle conformità dei progetti dei Paesi partecipanti alle norme italiane e alle linee guida imposte da Expo. Infatti i padiglioni espositivi all’interno di Expo sono considerati a tutti gli effetti degli edifici e, seppur temporanei, devono ottenere dalle autorità competenti (principalmente ASL, vigili del fuoco, comune) il permesso di costruire e svolgere le varie attività che hanno luogo al loro interno (ristorazione, vendita e pubblico spettacolo).
Quando hai iniziato questo lavoro che idea avevi su Expo?
Prima di cominciare a lavorare, non avevo idea di cosa fossero le esposizioni universali. Sapevo che sono eventi che stravolgono le città dove si svolgono e che lasciano in eredità strutture che poi diventano un simbolo (come la torre Eiffel), ma niente su come si svolgesse in concreto l’evento.
Il primo progetto ricevuto qual è stato?
Tra i primi progetti dei partecipanti ufficiali ad essere stati presentati ci sono stati quelli della Germania (scontato) e del principato di Monaco, tra gli ultimi invece ci sono stati quasi esclusivamente espositori italiani (purtroppo). Il primo padiglione ad essere stato terminato è stato invece, a sorpresa, la Repubblica Ceca (se escludiamo Vanke, che è un partecipante cosiddetto non ufficiale).
Come si è sviluppata l’attività lavorativa nel corso dei mesi?
Come tutte le nuove attività, si è partiti un po’ a rilento. I primi progetti sono arrivati con il contagocce e per quanto mi riguarda erano terribili: mi sembrava che i progettisti stranieri facessero molta fatica ad orientarsi tra le tante leggi italiane a cui si dovevano attenere nella creazione dei padiglioni. Il risultato erano progetti che non rispettavano, ad esempio, il regolamento d’igiene o le leggi in materia di prevenzione incendi. Se consideriamo poi che ero un neolaureato alla prima esperienza di questo genere, si può facilmente immaginare che per passare un progetto al setaccio mi servissero diversi giorni. Fortunatamente sia io che i progettisti stranieri abbiamo imparato in fretta e i successivi progetti (circa 150) sono filati decisamente lisci.
Qualche “curiosità” sui padiglioni che vedremo dal 1° maggio?
Tra le cose più interessanti e particolari che avremo modo di vedere posso sicuramente citare le seguenti:
– coltivazioni e vegetazione su terreni verticali: alcuni padiglioni hanno pareti che sono in sostanza dei campi coltivati “in verticale”, alti anche 10 metri;
– microambienti: molti paesi espositori, per rendere più viva e caratteristica la visita del padiglione, hanno ricreato al loro interno la vegetazione ed il clima del posto di provenienza. In alcuni casi gli ambienti sono solo simulati attraverso la realtà aumentata, ma in altri sono stati utilizzati vegetazione, rocce e terreni veri e propri. Si potrà passare da avere la sabbia del deserto nelle scarpe a riposarsi all’ombra di un pino della Foresta Nera percorrendo poche centinaia di metri.
– molti dei Paesi hanno utilizzato dei componenti standard e molto comuni per velocizzare la costruzione; quest’idea non dev’essere piaciuta però ai Nepalesi che invece hanno scolpito a mano tutte le centinaia di colonne in legno che sorreggono la struttura del padiglione.
– gli amanti del vino e della birra avranno di che gioire perchè ci saranno, nei padiglioni dedicati, una fontana di vino (che si spera sia bevibile!) e decine di spillatrici in serie.
Qual è stato l’aspetto più interessante di questo lavoro?
La parte più interessante è stata, ovviamente, poter vedere in anteprima tutti i padiglioni e vedere come il tema di Expo 2015 (Nutrire il pianeta Energia per la vita) sia stato sviluppato in maniera fortemente differente da ogni paese partecipante.
L’aspetto più difficile?
Mantenere costantemente alto il livello di attenzione nella verifica dei progetti per tutto il 2014, mantenendo un ritmo serrato. Un svista nella verifica in un progetto poteva significare ritrovarsi oggi, durante la costruzione, con problemi difficilmente risolvibili in cantiere.
Secondo te che evento sarà?
Sarà un evento che partirà probabilmente un po’ zoppo, in quanto tutti sanno ormai che il rischio che qualche padiglione non venga terminato entro il 1° maggio è molto alto. Tuttavia, una volta a regime, sarà sicuramente un evento da non mancare: ogni Paese porterà il meglio che ha da offrire e sarà l’occasione per poter toccare con mano parte di quei mondi che probabilmente non si avrà mai la possibilità di visitare di persona. Sono invece un po’ preoccupato e meno entusiasta per quanto riguarda la vivibilità di Milano: già di solito è abbastanza congestionata, non voglio immaginare cosa succederà quando arriveranno i milioni di visitatori. Probabilmente dovrei prendere 6 mesi sabbatici…
Una volta iniziata l’Expo il tuo lavoro terminerà o andrà avanti?
Sicuramente una volta iniziato Expo ci saranno ancora diverse cose da mettere a posto per qualche settimana. Inoltre gli impianti a servizio dell’area della manifestazione sono complessi, per cui mi aspetto che fino alla fine dell’evento ci sarà da intervenire sulle criticità che si presenteranno. Terminato Expo ci sarà la fase di ripristino del sito, ovvero lo smontaggio di tutti i padiglioni e le strutture temporanee; ed infine si dovrà pensare al riutilizzo della zona. Sicuramente le conoscenze che ho sviluppato torneranno utili anche nelle fasi finali, quindi credo proprio che avrò un bel da fare per un po’.